Nella mostra tematica "Claude le Lorrain, le dessinateur face à la nature" dal 21 aprile al 18 luglio 2011 al Louvre di Parigi abbiamo potuto ammirare una serie di schizzi dal vero, disegni preparatori per opere su tela, grandi composizioni di paesaggi di carattere religioso o mitologico che testimoniano l'opera di questo pittore, disegnatore ed incisore, riconosciuto come uno dei grandi maestri del paesaggio. Durante una lunga carriera, quasi interamente a Roma, dove lo troviamo dal 1613 fino alla sua morte (tranne un breve ritorno in Francia nel 1625 nel suo paese natale Chamagne e per lavorare due anni a Nancy), Claude Gellée detto Lorrain o anche Claudio Lorenese, ha creato un'arte di paesaggio che ha profondamente influenzato le generazioni successive e, per molti versi, ha cambiato il modo con il quale noi percepiamo la natura. Se prima di lui, nei primi anni del XVII secolo, Annibale Carracci ed i suoi allievi avevano portato a perfezione un tipo di paesaggio "classico", Claude Gellée ha portato ad ulteriore perfezione questo genere di pittura, rendendola fine, elegante e arricchita di una straordinaria sensibilità per gli effetti della luce e la resa dei fenomeni della natura. In particolare si veda quanto scritto nella scheda dedicata al piccolo olio sulla nostra città "Paesaggio con una veduta immaginaria di Tivoli".
Nato in una famiglia di modeste condizioni, da giovane lasciò la nativa Lorena per cercare la sua fortuna in Italia. Stabilitosi a Roma, da qui era solito fare delle escursioni nella campagna circostante con altri artisti come Herman van Swanevelt (1603-1655), Pieter van Laer (1599-1642) e Nicolas Poussin (1594-1665), per disegnare dal vero. Ciò è testimoniato dal gran numero di fogli da disegno, che sono visibilmente il frutto di una osservazione diretta della natura e che offrono senza dubbio l'approccio migliore per apprezzare al suo giusto livello l'arte di Claude Gellée.
Dessinateur devant la grotte
de Neptune à Tivoli
Perciò ecco la mostra dedicata soprattutto alla sua opera di disegnatore, proveniente da due fondi principali: quello del Louvre e quello del Teylers Museum di Haarlem in Olanda (la maggior parte di questi disegni è stata esposta solo raramente). La collaborazione tra i due musei ha permesso di coprire integralmente la carriera di questo infaticabile disegnatore, la cui varietà è pari solo alla bellezza delle opere esposte. Una dozzina di grandi dipinti del maestro, in prestito da musei francesi e stranieri, hanno completato l'esposizione, permettendo di comprendere meglio il ruolo svolto dai disegni nell'opera pittorica di Lorrain.
Presentiamo qui il disegno che in dettaglio fa bella mostra sulla copertina del catalogo dell'esposizione (Louvre éditions-Somogy éditions d'art) dal titolo affascinante di "Dessinateur devant la Grotte de Neptune à Tivoli", all'incirca 1640, Teylers Museum di Haarlem, penna ed inchiostro bruno, sfumatura ad acquerello bruno e grigio, cm. 17 x 23,7.
Con rapidità e morbidezza, Lorrain ha rappresentato un collega artista presso la cascata di Tivoli, in mezzo ad enormi blocchi di roccia. Si tratta di un'esecuzione libera ed audace, che unisce il motivo di un piccolo personaggio centrale in mezzo ad un luogo inospitale, conferendo al disegno una dimensione particolare nell'opera di Lorrain. Grazie alla scelta della cosiddetta "figure de dos", cioè una figura raffigurata di spalle, da tergo, l'artista parla specialmente all'immaginazione, l'assenza di caratteristiche individuali permette infatti allo spettatore di identificarsi con l'artista. Nel XIX secolo queste figure da tergo diventeranno un vero e proprio stile, soprattutto per un artista come Caspar David Friedrich (1774-1840) con il famoso "Viandante sopra il mare di nebbia", considerato un vero e proprio manifesto del romanticismo, così anche in Lorrain lo spettacolo della natura serve anche a misurare la piccolezza dell'uomo. Anche nella grotta di Nettuno a Tivoli si può cercare il
sublime kantiano, quel sentimento misto di sgomento e di piacere che è determinato dall'assolutamente grande ed incommensurabile, come il paesaggio fantastico che si può intravedere o meglio fantasticare dietro i grandi massi.
L'identificazione con la Grotta di Nettuno piuttosto che con la grotta delle Sirene è possibile per la somiglianza con un disegno di Francis Towne (1739-1816), conservato nella Galleria Tate di Londra, con l'annotazione autografa
Tivoli/Neptune's Grotto del 1781. Per Lorrain, la nostra città aveva un significato particolare. Proprio "
à Tivoli au milieu des rochers sauvages, près de la célèbre cascade" aveva incontrato un giorno il suo amico e collega Joachim von Sandrart (1606-1688), che era sul punto di dipingere in quel luogo proprio quel paesaggio. L'incontro viene descritto in dettaglio da Sandrart e se crediamo che quest'ultimo dipingeva in "
pleine air", pratica inusitata in quel tempo dove tutti gli artisti dipingevano rigorosamente nel loro studio, dobbiamo pure credere che Sandrart avesse aperto gli occhi a Lorrain, che infatti brillerà per lo straordinario ed immediato rapporto con la campagna romana che studiava, come afferma lo stesso Sandrart, "
stando sdraiato
nei campi prima dell'alba e fino a notte per imparare a rappresentare il dorato cielo mattutino, l'alba ed il tramonto".
Luglio 2011