Fragonard nell'estate del 1760 soggiornò per circa due mesi proprio a Villa d'Este, presa in affitto dall'altro artista ed amatore d'arte Jean Baptiste Claude Richard, abate di Saint-Non (1727-1791). La villa era in uno stato di grande abbandono, e perciò non siamo d'accordo con la datazione proposta dal Timken Museum che parla di 1775-1780, preferendo spostare la datazione a dopo il 1760, e cioè dopo il soggiorno dello stesso Fragonard a Villa d'Este. Appare nella tela già il gusto romantico dell'abbandono, ricordiamo infatti ancora una volta che, estintosi il ramo primogenito della famiglia Este, il cardinale, Rinaldo, (1655-1737), alla morte nel 1694 del nipote Francesco II, dovette sposarsi nel 1696 con Carlotta Felicita Brunswich-Lüneburg, assumendo il titolo di Rinaldo III, duca di Modena e Reggio, succedendo anche nel possesso della villa al defunto nipote Francesco II.
Non vi sono memorie che Rinaldo III provvedesse alla villa tiburtina, "Rinaldo III avrà visitata, senza dubbio più volte, la villa di Tivoli, vi avrà pure dimorato alternativamente; ma non vi sono memorie, né prove positive di alcuna cura dimostrata per essa villa, della quale cominciava ad impallidire ogni splendore" (Francesco Saverio Seni, La villa d'Este a Tivoli, Roma, 1902, pag. 159).
Di conseguenza troviamo poi un figlio di Rinaldo III nel possesso dei beni tiburtini e cioè Francesco III (1698-1780) ed arriviamo quindi al periodo del soggiorno di Jean-Honoré Fragonard (1732-1806) a Villa d'Este.
Scriveva Settimio Bulgarini, gentiluomo di Tivoli e guardarobiere della villa d'Este nell'anno 1736 al rappresentante della casa Este a Roma: "La villa si mantiene gratie a Dio nelle fontane e si augumenta sempre più nelle verdure disposte a spaglieroni.".
La decadenza, stanti gli impegni e le "grane" dei duchi di Modena, continuò ormai senza rimedio, infatti il ministro ducale, Giovanni Pellegrini-Fabrizi, nel 1738 da Tivoli ritornava a Modena. Lo stesso Settimio Bulgarini in una lettera del 20 settembre 1750 si congratula con il duca Francesco III per il ritorno al suo Stato, inviando alcuni conti di spesa. Un voluminoso carteggio (dal 1752 al 1758) parla di parziali riparazioni nel terrazzo e nel giardino. Morto Bulgarini nel 1758, il carteggio prosegue con la vedova di lui, Olimpia e di Stefano Antonio Petrucci, fratello di quest'ultima, divenuto amministratore. Le spese sono ora ridotte ai soli tetti del Palazzo della villa. Incominciarono allora le trattative per una vendita o affitto della villa ed infatti nell'estate del 1760 la villa d'Este risulta presa in affitto.
Ritornando alla tela osserviamo che lo spirito rococò, corrente nella quale Fragonard viene inserito, anche se in Europa all'epoca si diffondeva già il gusto neoclassico, si evidenzia nei tratti fondamentali del suo stile con la ricerca di suggestivi effetti di luce e di colore.
luglio-agosto 2014