Non sembri una contraddizione di quanto abbiamo affermato, a proposito dell'opera "Landscape with an imaginary view of Tivoli" "Paesaggio con una veduta immaginaria di Tivoli", del 1642, sostenendo che "Lorrain fu un precursore dell'impressionismo". Anche quando l'eredità "scientifica" del vedutismo settecentesco spingerà gli artisti a documentarsi seriamente sui paesaggi da eseguire, attraverso disegni o acquarelli, sempre dipingeranno i quadri veri e propri in studio, "a memoria", concedendosi il gusto di numerose licenze poetiche. Constable è il primo a eseguire piccoli studi a olio dal vero: a volte lo scrupolo della notazione e dei titoli, che registrano l'ora e le condizioni meteorologiche, è stupefacente, anche se poi, prima di giungere al quadro finale, egli stesso predispone un grande bozzetto spesso eseguito nell'atelier, in cui non è sempre facile distinguere quanto sia colto dal vero e quanto rielaborato a memoria.
In questo senso Corot è
certamente il primo pittore dell'Ottocento a iniziare una raccolta sistematica di piccole vedute a olio (le loro misure, che raramente superano il formato di 35 x 50 cm, sono dovute appunto alla facilità di trasporto).
Di fatto però il pittore le mostrerà solo molto tardi. Appartiene invece al terzo e ultimo viaggio di Corot in Italia, nel 1843, anche questo dipinto "Tivoli, les cascatelles", olio su tela, 26 x 41 cm., Museo del Louvre di Parigi, un paesaggio di classica fattura, dove il colore è delegato a rappresentare i valori della scena. Spicca l'abitato della città circondato dalla vegetazione e dalle collinette dello sfondo sotto un bel cielo chiaro. Nella campagna romana, la potenza dei volumi esaltata dalla luce, l'armonia solenne fra la grevità dei cieli e le nitide masse del paesaggio portarono Corot ad abbandonare la tecnica secca dei neoclassici per usare una pittura a corpo, dove la densa impronta della pennellata conserva l'immediatezza e la violenza della percezione dei valori plastici, direttamente realizzati in masse tonali armoniche. Spicca la torre di S. Caterina al Riserraglio: nel corso del VI secolo le mura della nostra città furono restaurate e protette in alcuni punti da torri, come nel caso di questa che prende il nome dal vicino convento e che nei secoli successivi, largamente rimaneggiata (infatti, la parte antica è solo quella della base), divenne il campanile del monastero.
(aprile 2013)