I tesori di Villa Adriana sparsi nel mondo

E se tutte le opere d'arte sparse nel mondo tornassero lì dove in origine erano collocate?
Un tempo infatti non erano le poderose strutture disseminate tra gli uliveti ad attrarre l'attenzione di chi giungeva nella villa imperiale di Adriano ma le sue stupende, innovative architetture caratterizzate da pregevoli decorazioni, arricchite da rivestimenti marmorei nonché da pitture, sculture e mosaici che adornavano i vari edifici del complesso.
La secolare spoliazione di Villa Adriana è avvenuta grazie a un'infinità di cavatori d'ogni genere, non sempre autorizzati che hanno attinto in questo sito ricco di materiali pregiati impossessandosi di fregi, marmi, colonne e capitelli che sono stati trasportati altrove per decorare aristocratici palazzi di Tivoli e di Roma. Unica consolazione: la spoliazione è cessata solo negli ultimi decenni per cui tutto ciò che è stato o è riportato alla luce viene lasciato in loco.
Chiudiamo per un attimo gli occhi e immaginiamo di tornare indietro nel tempo e di vedere come era la Villa. Tutte le costruzioni, di cui oggi restano solo le nude smozzicate murature, erano rivestite di marmi colorati, provenienti dall'Oriente del Mediterraneo e dall'Africa. I più ricercati e utilizzati erano il pavonazzetto, il rosso antico, il cipollino, il porfido, il giallo antico, il serpentino. Ciò che di essi è rimasto (ben poca cosa) è servito per pavimentare il museo e alcuni locali di servizio al fine di dare un'idea del gran numero di qualità impiegate.


Ingrandisce foto Centauro vecchio

In questa splendida dimora di Adriano sono state riportate alla luce centinaia di opere d'arte che hanno poi preso strade diverse, proprietari diversi, collocazioni diverse. Se si potesse fare in modo di far tornare qui tutte le sculture e i mosaici, si è calcolato che si potrebbe aprire un museo d'arte antica delle stesse dimensioni di quello Capitolino. E che dire poi della pregevolissima qualità delle statue con cui Adriano aveva arricchito la villa? Erano copie di capolavori della statuaria greca del V, IV e III secolo a.C., originali ellenistici e realizzazioni scultoree romane. Che fine hanno fatto ? Sono disseminate nel modo presso musei o collezioni private.
I primi scavi eseguiti nell'area di Villa Adriana di cui abbiamo notizia (1492-1503) risalgono a Papa Alessandro VI Borgia e furono concentrati nella zona dell'Odeion, il teatro del settore meridionale della Villa. Proprio durante questi scavi fu riportato alla luce il famoso ciclo delle Muse sedute (oggi è conservato nel Museo del Prado a Madrid). Ma l'attività di scavi maggiore si ebbe a partire dal XVI secolo con Pirro Ligorio e finirono solo nel XVIII secolo.

Tramite gli scavi condotti dall'architetto napoletano Pirro Ligorio (che lasciò tre preziosi Codici nei quali racconta le sue esplorazioni e descrive le sue scoperte), Ippolito II d'Este potè arricchire la sua famosa Villa d'Este.
Nel Seicento a Villa Adriana operarono svariati piccoli scavatori privati, in particolare la famiglia Bulgarini, ancor oggi proprietaria dell'Accademia nella parte alta della Villa.


Ingrandisce foto Mosaico dei centauri

L'opera di spoliazione fu portata avanti anche nel Settecento grazie ai Conti Fede, proprietari di gran parte dei terreni della Villa. Alla morte del conte Giuseppe Fede, i terreni di Villa Adriana, ad eccezione dei terreni dei Gesuiti nella zona della Rocca Bruna, furono ereditati dal conte Giovanni Battista Centini, tutore e curatore del figlio, Felice Fede. Sotto il Centini, grazie all'iniziativa del cardinale Mario Marefoschi, fu effettuato nella Villa di Adriano l'ultimo importante scavo del XVIII secolo.
Molti rinvenimenti furono effettuati da Gavin Hamilton nel corso degli scavi condotti nella località Pantanello nei pressi di Villa Adriana. In una lettera scritta da Hamilton a Charles Townley (un noto antiquario dell'epoca) viene riportato un elenco dettagliato dei tesori rinvenuti in quest'ultima località ed acquisiti dal marchese di Lansdowne (l'epistolario Hamilton-Lansdowne, fornisce ulteriori utili informazioni circa la spesa affrontata dal collezionista inglese per l'acquisto di ogni singola antichità).

Solo a fine Ottocento, dopo vari passaggi di proprietà e frazionamenti, Villa Adriana fu in parte acquistata dal Regno d'Italia, che vi iniziò i primi lavori di restauro.
Nel corso dei secoli le statue furono dunque prelevate per impreziosire dimore patrizie, per arricchire musei e collezioni romani ed europei. Chi ne ha fatto maggiore incetta sono stati soprattutto i Musei Vaticani e i Capitolini. Qualcosa, ma sempre di pregevole fattura, è conservato a Villa Borghese e a Villa Albani a Roma; al Museo Archeologico Nazionale a Napoli; al Louvre a Parigi; al British Museum a Londra; in quelli di Berlino, Leningrado, Dresda e Stoccolma. Tutte le opere d'arte rinvenute tra la presa di Roma ( 1870) ed il 1950 hanno trovato collocazione nel Museo Nazionale Romano situato vicino la stazione Termini. Infine, come prima accennato, solo quelle rinvenute recentemente sono custodite nel Museo di Villa Adriana.

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