Adriano edificò per sé una tomba degna del suo nome e della sua grande magnificenza; il mausoleo per suo volere fu costruito tra il 121 e il 138 d.C. sulla riva destra del Tevere quasi a sfidare il fiume che con le sue piene inondava disastrosamente. Il sepolcro di Adriano riprendeva sotto alcuni aspetti il mausoleo, fatto costruire, 170 anni prima da Augusto, primo imperatore romano, sulla sinistra del fiume nella pianura del Campo Marzio per esservi sepolto. Augusto a sua volta aveva preso a modello il mausoleo di Alessandro Magno che egli aveva visitato ad Alessandria d'Egitto. Tale costruzione circolare (alla base il diametro è di 88 m.) era stato costruito nel 28 a.C., negli anni in cui Ottaviano assunse il titolo di Augusto; la scelta di edificare il mausoleo nel Campo Marzio fu dettata dal fatto che qui già erano state deposte le spoglie di Cesare e di coloro che avevano ottenuto il grande onore di un pubblico funerale.
Era però nuovo l'intento di costruire un mausoleo destinato ad essere tomba per la propria famiglia e quindi esso era un chiaro segno di intenzione dinastica. Il mausoleo di Augusto subì modifiche nel Medioevo; in età moderna fu utilizzato come arena per ospitare spettacoli e giostre quindi fu trasformato in auditorium musicale. Nel suo interno sono state ritrovate le camere sepolcrali di alcuni membri della famiglia augustea e della dinastia Flavia. Rimasero esclusi invece Nerone e Giulia, figlia di Augusto
Il mausoleo di Adriano fu collegato alla città da un nuovo ponte sul fiume, Ponte Elio (dal suo nome), che malgrado sia stato trasformato è ancora in uso. La costruzione era costituita da un dado di base (largo m.84 ed alto m.10) sul quale secondo il progetto originario si sarebbero dovute incidere le iscrizioni relative ai membri della famiglia imperiale qui sepolti. Su tale base si innalzava un tamburo circolare alto ben m.20 e avente un diametro di m.64. Splendido il rivestimento dell'edificio: marmo e travertino il tutto sormontato da un tumulo di terra su cui svettavano alberi e circondato da splendide statue di marmo. Una quadriga bronzea con la statua di Adriano sovrastava il tumulo. Qui trovarono sepoltura gli imperatori fino all'età di Caracalla (212-217). La tecnica utilizzata per edificarlo era l'opera cementizia: un insieme di malta con frammenti di travertino, marmo e laterizi per dare alla struttura capacità statica e portante.
Dagli antichi non fu mai chiamato mausoleo ma soltanto "sepolcro di Adriano" o "sepolcro degli Antonini."Durò però solo un centinaio di anni la sua funzione di tomba perché Aureliano (270-275), rendendosi conto che occorreva potenziare la difesa di Roma, non esitò a costruire la cinta delle mura aureliane ed ad affidare al sepolcro di Adriano la funzione oltre che di tomba anche di presidio militare. Nel VI sec.il sepolcro diventò una fortezza: Totila che aveva con i suoi Goti invaso Roma vi si trincerò dentro aspettando l'arrivo di Belisario, venuto per liberare la città.
Il sepolcro fu così tramutato in castrum o castellum
con la conseguente creazione di un borgo dove erano accampati
i soldati.
Al tempo di papa Gregorio Magno (590-604) secondo una leggenda
apparve l'arcangelo Michele in cima al mausoleo nell'atto
di rinfoderare la spada: la peste del 590 sarebbe cessata.
In realtà la leggenda dell'apparizione dell'angelo
si formò tra il 950 ed il 1150. Sulla cima del mausoleo
fu edificata una chiesa dedicata a S.Michele. E' invece plausibile
che fu S.Gregorio Magno a far collocare la statua di S.Michele
sulla cima della Mole semplicemente per collocare su un luogo
pagano un simbolo cristiano. Successivamente fu la gente a
creare la leggenda dell'apparizione interpretando miracolistico
il cessare della peste. Dopo una prima collocazione della
predetta statua (602-604), nel 1379 sotto Urbano VI essa fu
rimossa dai Romani che distrussero in parte la fortezza per
evitare che tornasse nelle mani del papa. Con Bonifacio IX
nel 1389 essa fu restaurata e l'angelo tornò al suo
posto forse fatto ex novo. Nicolò V in occasione del
Giubileo del 1450 fece scolpire un'enorme statua marmorea
di S.Michele che però quarant'anni dopo andò
perduta a seguito dell'esplosione della polveriera sottostante
(in cui era stata trasformata la cappella di S.Michele) essendo
papa Alessandro VI. L'angelo fu allora scolpito in legno dorato.
Nel 1544 Paolo III fece scolpire da Raffaele da Montepulciano
il nuovo angelo marmoreo tuttora esistente, sostituito poi
dopo 210 anni da quello bronzeo attuale fuso nel 1752.
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