Fu grazie ai restauri del 1914 che il Trittico fu riassemblato; i restauri del 1924 e del 1953 apportarono altri miglioramenti all’opera che oggi appare ben conservata ed elegante nella sagoma lignea in cui è inserita: l’unico “vezzo” è il tribolo ogivo che sovrasta il pannello centrale (m. 1,66 x 0,78). In esso è raffigurata la Madonna assisa in trono con in braccio il Bambino. La Vergine è vestita con una lunga tunica di colore rosaceo ed è avvolta in un matello turchino dai risvolti verdi. Un gallone dorato corre lungo tutto il bordo della palla. Sul capo è posata una splendida corona a cinque fiordalisi. Con il braccio sinistro circonda, tenendolo per la vita, il Bambino, seduto sul suo ginocchio mentre la mano destra è protesa sulla gambetta destra del Piccino. Il Bambino ha una veste di color rossiccio e. gettato sulle spalle. un manto sul giallognolo con riflessi rosati.
Particolare del Trittico
La manina destra è sollevata in alto; è colto come se stesse pronunciando “Ego sum via veritas et vita”, la frase che si trova scritta in caratteri gotici trecenteschi sul cartello che il Piccino sorregge sulla sinistra. Il pittore ha realizzato in maniera molto ingegnosa i capelli delle due Sacre Immagini: ha utilizzato dell’oro ammorbidito su cui successivamente ha steso qualche piccolo tocco di marrone.
Il trono, su cui la Vergine è assisa, è anch’esso ogivo e con delle cuspidi; tessere rosse caratterizzano il mosaico che orna alcune parti del marmoreo bianco seggio. Molto ben raffigurato il pavimento che si intravede ai piedi della Vergine: viene imitato il cosiddetto marmo “portasanta”. Per quanto riguarda i due pannelli laterali (m. 1,51 x 0,37) occorre dire che è assolutamente certo che in origine dovevano essere centinati come il centrale; ciò si deduce dal fatto che, chiudendo le due ante, appare raffigurata l’Annunciazione.