Gli spumanti sono ottenuti utilizzando uve bianche a cui poi si uniscono dei lieviti che favoriscono “la presa di spuma” ovvero una seconda fermentazione. Tuttavia anche da uve rosse, vinificate senza vinacce, è possibile ricavare ottimi spumanti. Le tecniche seguite per la spumantizzazione sono due: il metodo Classico e quello Charmat.
Gli spumanti più costosi sono quelli prodotti col primo metodo. Esso é detto anche Champenois e permette di produrre eccezionali spumanti. Si utilizza un bianco maturo o meglio ancora una mistura di bianchi selezionati (“cuvée”). La fermentazione avviene direttamente nelle bottiglie di tipo borgognone riempite con la cuvée a cui vengono aggiunti lieviti adatti. A questo punto i contenitori vengono turati con tappi a corona particolari che hanno nella parte inferiore rivolta verso l’interno della bottiglia un piccolo spazio di raccoglimento; la “presa di spuma” (ovvero la seconda fermentazione) si svolge per un lungo periodo di tempo (anche anni).
Le bottiglie collocate orizzontalmente all’inizio sulle “pupitres”, speciali rastrelliere, vengono man mano posizionate in maniera diversa: inclinate a testa in giù, girate manualmente per far depositare nel piccolo raccoglitore del tappo i depositi della fermentazione, infine poste verticalmente.
Quindi si procede alla rimozione dei tappi a corona contenenti i depositi suddetti (fase della “sboccatura”), le bottiglie vengono ricolmate o con lo stesso spumante o con un liquore dolciastro, infine otturate con tappi di sughero a forma di fungo. Come non ricordare tra questi eccellenti spumanti lo Champagne? Ricordiamo anche il Franciacorta. Il secondo metodo è detto Charmat, inventato da Martinetti, un enologo italiano. E’ meno costoso perché meno laborioso. Secondo questo metodo sono fatti molti spumanti italiani sia secchi che semidolci, molto adatti anche da essere serviti come aperitivi. Tra essi ricordiamo il Moscato d’Asti, la Malvasia di Catorzo (rosso), il Brachetto. Il metodo non utilizza la rifermentazione in bottiglia ma il vino viene rifermentato in grossi contenitori di acciaio (autoclavi) chiusi ermeticamente.
I novelli sono prodotti tramite la macerazione carbonica che consiste nella macerazione in assenza di ossigeno dei grappoli interi pressati. Il vino ottenuto è abbastanza leggero, fruttato ma occorre consumarlo in breve tempo perché si deteriora; sul mercato si trova all’inizio di novembre.
I vini liquorosi sono ottenuti unendo dell’alcool al vino; si possono ottenere anche vini liquorosi passiti. Un vino liquoroso italiano noto in tutto il mondo ricordiamo il Marsala (Sicilia).
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