Pizza di Pasqua di zia Giulia

E' la pizza "cresciuta" tipica tiburtina pasquale così chiamata perché ottenuta con un lungo procedimento consistente nel fare una cresciuta la sera precedente della realizzazione del dolce, aggiungere ad essa altro impasto ed ingredienti la mattina successiva, attendere la lievitazione prima di infornare. Questo metodo tradizionale ma complicato per chi non è pratico può essere abbreviato realizzando lo stesso dolce con un impasto "diretto" usando lievito in polvere anziché lievito di birra.

Ingredienti:

  • 6 uova
  • 20 gr. di anice in semi
  • ¼ di vermouth bianco
  • ¼ di olio di oliva
  • 800 gr. di farina
  • 500 gr. di zucchero
  • 1 bicc.no di rum
  • 1 bicc.no di alchermes
  • 1 bicc.no di cognac
  • 1 bicc.no di cointreau
  • 1 pizzico di sale
  • 1 limone grattato
  • 1 arancia grattata
  • 1 bustina di vanillina
  • 2 bustine di lievito

Mettere i semi di anice nel vermouth per circa 12 ore affinché il liquore ne assuma l'aroma. Trascorso questo tempo, con una frusta sbattere le uova con lo zucchero fin quando il composto non sarà diventato spumoso; aggiungere poi le scorze grattate dei due agrumi, la farina, la vanillina, l'olio, il vermouth con i semi di anice e gli altri liquori amalgamando bene affinché l'interno della pizza, una volta cotta, non risulti "a chiazze" ma di un colore omogeneo.

Per ultimo aggiungere il lievito continuando a girare. Intanto accendere il forno a 180°. Prendere un testo rotondo di alluminio leggero dalle pareti molto alte, cospargerne totalmente l'interno con del burro e infarinarlo (affinché il dolce non si attacchi e sia facile poi sformarlo una volta cotto). A questo punto versare il composto nel testo che dovrà essere riempito fino alla metà.

Pizza Giulia

Mettere nel forno caldo per molto tempo senza aprirlo controllandone la cottura attraverso il vetro; il composto aumenterà di volume fino all'orlo del testo assumendo la forma all'apice della tradizionale cupola. Quando quest'ultima si colorerà e si creperà (caratteristica della pizza) perché la lievitazione è ultimata allora aprire lo sportello del forno e saggiare con un lungo spiedino il dolce per costatarne l'eventuale cottura. Solo quando detto spiedino immesso nella pizza ne uscirà asciutto si potrà spegnere il forno.

Attendere che si raffreddi prima di sformarlo; mettere la pizza, tolta dal testo, su di un foglio di carta assorbente a sua volta posto su una tavola, affinché si raffreddi ancora; infine imbustare in sacchetto di plastica per alimenti chiudendo bene. Il dolce così non perderà la fragranza e si manterrà fresco a lungo. Per tradizione la pizza cresciuta va mangiata la mattina di Pasqua con il salame Corallina (una qualità che viene fatta soltanto in questo periodo) e con le uova sode accompagnate anche dal Pan di Spagna di cui diamo la ricetta.

Nei dintorni

Approfondimenti

    Le guide di Tibursuperbum

    Con il patrocinio del Comune di Tivoli, Assessorato al Turismo

    Patrocinio Comune di Tivoli

    Assessorato al Turismo