Un Regesto sublacense del 1005 riporta il privilegio di Giovanni XVIII; in questo documento si cita una chiesa dedicata alla SS.ma Vergine ubicata "in monte qui vocatur Quintiliolum" (sul monte che si chiama Quintiliolo); qui i benedettini avevano edificato una cella (corredata chiaramente da uliveto, vigneto e altro terreno) in onore della Santa Croce. Di questa piccola cella si parla ancora in un altro documento datato 23 marzo del 1388.
Nel
1448 il
monastero di Subiaco, passando una crisi economica,
fu costretto a mettere in vendita la proprietà
che aveva a Quintiliolo. Nel 1465 il santuario fu consacrato
dal vescovo di Tivoli, un francescano fra Lorenzo, durante
il pontificato di Paolo II.
Quintiliolo si finanziava solo grazie alle elemosine
ed ai lasciti che i tiburtini facevano per cui vari
furono i periodi neri (ad esempio nel 1574). La situazione
migliorò grazie a fra Michele Angelo dei Cappuccini
il quale fu instancabile nel superare le difficoltà.
Costui
condusse un'esistenza eremitica dimorando in una piccola casa
(prima cellula dell'attuale convento) sorta vicina alla chiesa.
L'amministrazione del Santuario, non più dipendente
da Subiaco, fu affidata
alla Società di Arte Agraria; la chiesa fu custodita
da eremiti appartenenti per lo più al terz'ordine francescano
i quali si mantenevano lavorando l'orticello. Presso di loro
trovavano sicuramente aiuto i pellegrini che transitavano
da quelle parti.
Tra
gli eremiti che vi dimorarono occorre ricordare Giovanni Hofbauer
(fratello Clement) e Pietro Kunzman (fratello Emanuele) nella
seconda metà del XVIII secolo.
Nel santuario i frati conservano con cura la cella da loro occupata insieme a poche cose loro appartenute. Nella cappella del Crocifisso è venerato fratello Clement, diventato nel 1784 Redentorista, nel 1785 sacerdote di Alatri, beatificato nel 1888 da Leone XIII e santificato nel 1909 da Pio X.
al 1888 sono stati i Padri Cappuccini a gestire il Santuario della Madonna di Quintiliolo; rinunciando ad ampliare la vecchia abitazione di fra Michele Angelo dei Cappuccini, hanno costruito di sana pianta il loro convento adiacente alla chiesa. Sempre a questi frati e per la precisione a padre Ottavio da Alatri si deve se oggi conosciamo le vicende del santuario; quest'ultimo infatti, primo storico del convento, nel suo libro "I cappuccini a Tivoli ed il santuario di Quintiliolo" fornisce tutti i particolari inerenti alle vertenze tra il Sacro Speco e la curia tiburtina non che tutti i tratti salienti della storia di Quintilolo e della sua Madonna.
Dal 1 Aprile 2005, per carenza di personale, dopo 117 anni di servizio nel Santuario e quasi cinque secoli di presenza a Tivoli, i padri Cappuccini hanno lasciato la nostra cittā. Dopo un breve periodo di cogestione il Santuario di Quintiliolo č stato affidato ai Frati Francescani dell'Immacolata. Essi, la cui forma di vita francescana e mariana si ispira a S.Francesco ed a S.Massimiliano Maria Kolbe, sono una nuova famiglia religiosa iniziata il 2 agosto 1970 nella Casa Mariana "Maria SS. Del Buon Consiglio" a Frigento (Avellino). Dal 1° gennaio 1998 sono stati elevati a Istituto di Diritto Pontificio. Hanno a Rocca di Papa la loro Sede Gentilizia, presso la Casa Mariana "Porta del Cielo".
Per avere maggiori informazioni su tale ordine religioso consulta
www.immacolata.it.
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