La Setta dei Fraticelli

A Poli, già dai primi anni del XIV sec., si era diffusa la cosiddetta Setta dei Fraticelli, conosciuti anche con il nome di Fraticelli della Vita povera o Fraticelli della Opinione. Costoro formavano un gruppo, considerato e condannato in vari momenti come eretico dai vari pontefici in carica. Sembra certo che tali Fraticelli in origine erano stati costituiti da alcuni fuoriusciti dell'ordine dei Minori Osservanti.


Ingrandisce foto Palazzo Conti - cortile interno

I Fraticelli dell'Opinione trovarono terreno fertile a Poli essendo protetti dai Conti, nobile famiglia feudataria del posto, e si diffusero anche nei centri limitrofi. Apprendiamo infatti, consultando gli atti processuali fatti contro di loro, che si erano insediati, per i loro incontri, anche a S.Maria del Monte, a Castel S.Angelo, a S.Biagio o S.Lucia, a Casape.

Sembra, stando alle leggende circolanti localmente, che costoro si incontravano di notte per svolgere dei riti satanici nel corso dei quali compivano anche dei sacrifici esoterici e si abbandonavano a feste orgiastiche. Si diceva ancora che si passavano da mano a mano un bimbo, nato dalle loro relazioni peccaminose, dopo aver fatto un circolo intorno al fuoco; il piccolo alla fine di questo passare e ripassare sul fuoco sarebbe restato abbrustolito e disseccato dopo di che sarebbe stato stritolatolo e ridotto in cenere.


Ingrandisce foto Chiesa di S.Pietro - campanile

A questo punto quest'ultima sarebbe stata mescolata al vino che i Fraticelli avrebbero bevuto durante i loro riti esecrandi. Il pontefice Paolo II decise di mettere fine alla Setta; dopo aver esortato invano nel 1465 gli adepti di presentarsi a Roma per sconfessare liberamente le loro colpe, cosa che essi non fecero, ne decretò la cattura e il trasferimento coatto per sottoporli ad un processo.

Nel 1467 inviò a Poli alcuni suoi emissari per catturare, essendo accusati di eresia, otto uomini e sei donne e condurli a Roma per sottoporli a giudizio. Costoro una volta presi furono condotti presso l'Aracoeli situata accanto al Campidoglio; fu per l'occasione innalzato un palco e qui, i presunti eretici con una mitra di carta sul capo, furono ammoniti da cinque vescovi affinché si convertissero.
Avendolo fatto, furono rivestiti con un vestito di tela recante sul petto e sulla schiena una croce bianca; quindi furono condotti in Campidoglio. Paolo II non pensò neanche per un momento di astenersi dal perdonare il barone Stefano Conti, colpevole come i suoi antenati di aver sempre protetto la Setta nel suo feudo, per cui lo fece imprigionare a Castel Sant'Angelo e gli impose di abdicare in favore dei figli. Con la popolazione di Poli invece il pontefice fu assai clemente: gli abitanti da quel momento in poi dovevano sottoporsi ad una penitenza annuale: una processione da percorrersi nel primo giorno di Quaresima, dedicato a S. Rocco, nonché provvedere a organizzare e realizzare un pranzo per 12 poveri del paese. Tale castigo fu revocato solo nel 1886.

 

 

 

 

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