Nel 1308 Riccardo e Porcello, figli di Fortebraccio Orsini, dettero il via all’ edificazione di una nuova cinta muraria con relativa porta d’accesso finalizzata a proteggere il castello; una lapide, un tempo ubicata su Porta Luisa del Castello, ed oggi situata nel cortile interno del maniero, ricorda tale operazione. Dopo un brevissimo periodo durato circa cinquant’anni in cui gli Orsini non detennero la proprietà per intero (condivisa col monastero di S.Lorenzo in Panisperna) essi agli albori del XV sec. ne rientrarono in possesso “in toto” grazie a Gentile Orsini. Non avendo discendenti, la proprietà passò poi al ramo cadetto degli Orsini di Monterotondo. Giacomo cedette nel 1504 il castello ad Alfonsina, sua zia, che lo portò in dote quando si unì a Piero de’ Medici.
Alla morte della donna l’allora pontefice Leone X (al secolo Giovanni de’ Medici) lo dette nel 1520 a suo nipote, il potente cardinale Giulio (nipote di Lorenzo il Magnifico) che diventerà papa col nome di Clemente VII. Fu di quegli anni la guerra del dazio con i Tiburtini, stanchi di non riscuotere le tasse sulle persone e merci che da Castel S.Angelo andavano a Roma transitando per il territorio tiburtino semplicemente perché esentati dal Papa.
In seguito alla morte del pontefice Castel S.Angelo passò in eredità al cardinale Ippolito mentre il resto dei beni andarono ad Alessandro, duca di Firenze. Nel 1534 i Medici provvidero a fortificare ulteriormente il castello che, alla morte di Ippolito, venne incamerato dal predetto Alessandro che, seguendo gli ordini pontifici miranti ad ingrandire il potere Mediceo, si imparentò con l’imperatore Carlo V sposandone nel 1536 la figlia bastarda, Margarita d’Austria. Il matrimonio durò poco per la morte di lui e la giovane vedova portò Castel S.Angelo in dote al suo secondo sposo, Ottavio Farnese, principe di Parma.
Margarita d’Austria predilesse il Castello di S.Angelo residendovi nei mesi estivi; a tal fine operò una serie di lavori con la collaborazione dell’architetto de Marchi per ristrutturare il tutto, edificando una seconda difesa costituita da abitazioni edificate a ridosso ed intorno al maniero. Ranuccio II Farnese (essendo morta Margarita) lo concesse ad Alessandro Pallavicini.
Una nuova ristrutturazione del Castello si ebbe all’inizio del Settecento; Alessandro II infatti provvide ad abbellirne l’interno. I Pallavicini restarono proprietari fino al 1789; scoppiata la rivoluzione francese e giunto al potere Napoleone, il Castello fu dato dall’imperatore alla famiglia Papi. Solo nel 1815, anno del Congresso di Vienna che sancì il ripristino della situazione politica ed economica a prima dell’avvento di Napoleone (principio della Restaurazione), esso tornò ai Pallavicini. Fu poi di proprietà del marchese Tiberi, quindi del predetto ing.Vulpiani.
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