Il culto della Dea Bona

La Dea Bona (la Buona Dea) era una divinità romana onorata dalle donne come dea della fecondità e della castità.

Dai Romani era fatta equivalere a molte loro divinità femminili quali Opi, Fauna ed altre. Sembra che il suo culto mistico fosse una degenerazione di quello che i Greci tributavano a Demetra.


Ingrandisce foto Ruderi del santuario

A Roma il suo tempio sorgeva ai piedi dell’Aventino, dove se ne celebrava la festa ogni 1° di maggio. La solennità principale era però quella che ricorreva ai primi di dicembre. In tale occasione le matrone (partecipavano anche le Vestali), misteriosamente e di notte, celebravano una festa notturna nella casa del primo magistrato della città: il console od il pretore.

Era severamente vietato agli uomini di intervenire e tutte le statue maschili (presenti nella casa) venivano accuratamente coperte. Cicerone ci fa sapere (Ad Atticum) che Clodio infranse questo divieto. A Tivoli esisteva un santuario a lei dedicato, di cui ancora oggi ne rimangono a testimonianza dei ruderi.
A riprova dell'esistenza di questo luogo di culto in onore di questa dea, nei colli vicini al paese di S.Gregorio, per altri sullo stesso monte S.Angelo in Arcese, fu ritrovata una lapide il cui testo era il seguente:

BONAE DEAE SANCTISSIMAE CAELESTIS L. PAQUEDIUS FESTUS/REDEMPTOR OPERUM CAESAR(IS)/ ET PUPLICORUM. AEDEM DIRITAM/ REFECIT. QUOD ADIUTORIO EIUS/ RIVOM AQUAE CLAUDIAE AUGUST(AE) / SUB MONTE AEFLANO CONSUMMA/ VIT: IMP.(ERATORE) DOMIT(IANO) CAESAR(E) AUG(USTO) GERM(ANICO)/ XIII COI(N)S(ULE) NON(AS) IUL(IAS).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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