Il 24 dicembre era una data
importante in passato per i Tiburtini ed anche per molti altri
abitanti dei paesi della Valle dell'Aniene (uno per tutti
Roviano) in quanto, oltre a nascere il Bambinello, si credeva
che nella Notte Santa entrassero nelle case le streghe per
fare del male ai bambini, approfittando che essi dormivano
incustoditi essendo i grandi tutti a messa.
Per evitare che le maghe si introfulassero nelle abitazioni, si provvedeva a turare con la stoppa
le toppe delle porte, ad incrociare dietro l'uscio delle scope,
a chiudere le piccole aperture quadrate (le cosiddette "vattarole")
situate sul bordo inferiore dei portoni onde far uscire e
rientrare gatti e galline, a gridare infine, prima di mettere
piede fuori dalla porta, :"Zeppetì, Zeppeté"
(formula dal significato sconosciuto che alludeva forse ai
fili che componevano una scopa; si credeva infatti che, ponendole
dietro l'uscio, si obbligava la strega a contarne i fili se
voleva passare).
Oltre che a Tivoli anche nel resto della Valle d'Aniene i contadini proteggevano le stalle con immagini di santi e con "cardozzi" (cardi spinosi selvatici), al cui centro era collocato un bel corno rosso, e ciò perché si diceva che la Notte del 24 dicembre le streghe si impossessavano di buoi e cavalli utilizzandoli per tutta la notte e sfiancandoli. Chi non seguiva il rituale per tenerle lontane, avrebbe puntualmente trovato la mattina del 25 i suoi animali sudati e con le trecce fatte alla criniera dei cavalli.
C'era poi la credenza che chi nasceva
il 24 diventava strega se femmina o lupo mannaro se maschio.
Sempre la Notte del 24 si insegnavano e si apprendevano i
metodi e le formule per scacciare il malocchio. Un altro modo, utilizzato dai Tiburtini per tenere lontano le streghe, era
l'appendere dietro la porta di casa una stola da prete che
doveva essere rigorosamente "rubata" altrimenti
il suo effetto anti-maga non valeva.
Gli abitanti della Ciociaria, dell'Abruzzo e della Valle d'Aniene
erano concordi infatti nel ritenere che le streghe tornassero a Natale per
cui bisognava combatterle. Erano vari i modi da attuare nella Notte Santa per sapere chi fossero le streghe: immergere tre spille
nell'acqua benedetta oppure ricorrere al sangue dei maiali;
oppure mettere sul davanzale della finestra un bicchiere d'acqua
e guardarvi dentro a mezzanotte in punto.
Se si voleva poi intrappolarle occorreva far travestire un uomo da mietitore, avvolgerlo in un mantello, dargli un forcone e farlo fermare all'ingresso del portale della chiesa in cui si celebrava la messa della Notte Santa. All'uscita, terminata la celebrazione, le donne "normali" non si sarebbero spaventate perché non avrebbero visto il forcone mentre quelle che erano streghe si sarebbero agitate alla vista dell'arnese.
La notte del 24 si poteva
anche diventare strega se si era di animo cattivo, se si sedeva
sulla pietra sacra situata dietro l'altare e se si usciva
utilizzando un'uscita secondaria. In questa notte si toglievano
le "fatture"perché si apprendevano i metodi
di come toglierle. Le fatture potevano essere d'amore o di
odio e per farle in questo caso si utilizzavano trecce di
capelli sottratti alla persona oggetto della fattura. Per
evitarle occorreva bruciare i capelli che cadevano dopo essersi
pettinati e non buttarli dalla finestra perché qualcuno
avrebbe potuto raccoglierli. Le "fatture a morte"erano
fatte con punture di spillo. Se qualcuno poi trovava una treccia
sfilata, significava che era stato oggetto di una fattura
forte per cui stava sempre male. Infine una fattura si poteva
anche fare utilizzando un indumento personale della vittima.
I processi contro le streghe iniziarono nel X sec.: esse venivano
scacciate dalla parrocchia con disonore. Nel 1326 Giovanni
XXII dichiarò nella bolla "Super illius specula"
che la strega era assimilabile ad un'eretica per cui poteva
essere processata dal Tribunale d'Inquisizione (iniziò
così la caccia alle streghe e il ricorso alle torture
ed ai roghi). Nel XV sec. Innocenzo VIII (1484) nella bolla
"summis desiderantes" si schierò contro le
streghe tedesche, inviando contro di loro due frati predicatori (Kremer
e Sprenger) i quali ne uccisero a centinaia redigendo poi
un resoconto, il "Malleus malificarum" in cui minuziosamente
descrissero tante oscenità (risultato: è il libro
più licenzioso che mai sia stato scritto).
Nel Rinascimento il numero dei procedimenti contro le streghe iniziò
a diminuire; nel 1620 la Chiesa prese le distanze dai processi
sommari ed infine a partire dal XVIII sec. essi non furono più
indetti.
Chi è interessato a saperne di più può leggere "PASSATO E PRESENTE - Riti feste e tradizioni popolari nella Valle dell'Aniene" di A.Tacchia, del 1996.
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