Molti i programmi cittadini per recuperare l'antico incanto di una gemma monumentale incastonata nella piazzetta prospiciente l'antico ingresso di Villa d'Este, dove operarono le maestranze della scuola di Pirro Ligorio nella celebre fontana per troppo tempo dimenticata.
Una descrizione sommaria della Basilica e le sue vicende storiche descritte negli opuscoli turistici risalgono a fonti piuttosto invecchiate e hanno bisogno di aggiornamenti scientifici.
Le problematiche da affrontare rispondono infatti a requisiti diversi.
La Chiesa si presenta come 'seconda' Basilica, molto vicina, peraltro, a San Pietro alla Carità. E' dedicata a San Silvestro, il papa leggendario legato al celebre episodio storico della donazione di Costantino e incaricato (quando, da chi, dove è attestato?) di trasformare le principali basiliche pagane in monumenti cristiani.
Il testo principale cui si usa far riferimento è il liber Pontificalis, oggi al vaglio di revisione critica secondo il metodo filologico. Certosino è il lavoro di scrematura delle pie leggende elaborate soprattutto nel periodo della Controriforma cattolica. Su San Silvestro papa, i suoi rapporti con l'imperatore Costantino, il presunto battesimo amministrato a quest'ultimo e le sue chiese sono in corso studi specialistici da parte degli studiosi più accreditati nel campo della storia delle religioni.
L'architettura della Chiesa e il suo ciclo pittorico è un capitolo quanto mai intricato, ancorchè affascinante della storia dell'arte italiana. Emergono inquietanti collegamenti con gli affreschi di Anagni e soprattutto con il Sant'Elia di Nepi sì da rendere oscillante l'attribuzione a maestranze bizantine (si veda soprattutto il ciclo di Sant'Angelo in Formis in Campania, feudo normanno collegato a scuole pittoriche pugliesi) o, caso singolare, a scuola romana che potrebbe avere avuto addirittura un epicentro a Tivoli.
Il riquadro della confutazione degli Ebrei apre ulteriori spiragli, da approfondire, sulla significativa e documentata presenza della comunità ebraica a Tivoli fin dalle origini, visto che tra tanti episodi possibili della vita del Santo, leggendari e non, viene rappresentato, nel ciclo di Tivoli, uno specifico, di scarsa diffusione nelle altre chiese, troppo poco noto per giustificare una sintomatica rilevanza artistica secondo canoni di attribuzione universale.
Quanto alle maestranze che operarono nella Basilica, particolari collegamenti con una committenza che definiremo 'politica' emerge in sede di esegesi del testo. La tipicità dell'incastonatura delle colonne presenta rapporti da studiare con chiese venete. Soprattutto, elemento più inquietante, vero rompicapo per gli storici dell'arte medioevale, il rilievo bizantineggiante, in sintonia con Castelchiodato, del Cristo benedicente tra due peccatrici e i loro balsami.
Ci chiediamo: Chiesa o Basilica? La riapertura dell'Archivio Segreto vaticano, prevista per la fine del 2010 offrirà nuovi elementi di identificazione.
Questa è una piccola parte delle problematiche relative al Monumento Medioevale che oggi don Luigi Casolini, rettore vescovile della chiesa, cerca di restituire all'antico splendore.
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