Proprio a Madrid, che mantiene il pieno peso della ricca tradizione ufficiale, converge infatti un gruppo di artisti stranieri che si adattano perfettamente proprio alla lunga storia dell'arte spagnola, creando un tipo di pittura che, a volte, raccoglie le caratteristiche delle regioni che visitano, interpretano con tutto il loro verismo il mondo dei grandi maestri spagnoli o addirittura, introducono nella capitale un impressionismo che, a volte, si alterna con le caratteristiche spagnole che raggiungono più facilmente pubblico e critica, in alcuni casi accennando alle connotazioni del post impressionismo. Proprio in questo periodo la letteratura d'arte spagnola parla spesso dell'opera di Edoardo (anzi Eduardo) Tani, che appartiene appunto a quel gruppo di pittori che formano l'ambiente più avanzato artisticamente della capitale.
Allo stesso modo così il critico José Blanco Coris nell'Heraldo de Madrid parlava del nostro concittadino: «Edoardo Tani è un notevole pittore, di una diafanità e modestia che incantano, che non comprende per quale motivo i pittori italiani e di altre nazioni non vengano in Spagna, alla Mecca della pittura, come lui afferma, a studiare , più o meno come fanno gli spagnoli e altri gli stranieri che vengono in Italia, come Tani che espone le sue impressioni pittoriche nella sua esposizione nel Teatro Reale». Anche questa segnalazione non è cosa da poco in quanto José Blanco Coris (1862-1946), nativo di Malaga, fu un pittore, scrittore e insegnante nella Escuela de Artes y Oficios di Madrid, autore di un celebre Manual de Arte Decorativo (tre volumi, Madrid, 1916-1921), che fu dichiarato di pubblico interesse per l'istruzione. Ed ecco allora questo "Paesaggio", acquerello su carta, cm. 43x58, collezione privata, che illustra la zona di Pomata, con la pianta regina del paesaggio tiburtino.
Anche per questa opera ospitiamo una prima sensazione dell'amico Gianni Andrei: «La sensualità dei colori è sublimata dall'intensa solarità del paesaggio, con la convulsione degli ulivi in primo piano che insieme rappresentano una superba cornice allo scorcio sulla campagna romana, illuminata dallo sfolgorio dei campi e dalle intuibili memorie imperiali».
La letteratura sull'olivo è notevole, ma certamente la summa è il volumetto "Tivoli tra gli olivi. Consuetudini, esperienze, pratiche, ricordi legati alla cultura dell'ulivo" di Franco Sciarretta, Edizioni Tiburis Artistica, Tivoli, 2005. A questo testo rimandiamo per un approfondimento e spesso, per il ricordo di un mondo, ahimè, per taluni aspetti ormai scomparso, senza dimenticare però che quella fatica costava lacrime e sangue!