I recenti e tristi avvenimenti che sono avvenuti nella zona che fu ducato degli Este, la zona cioè di Modena e Ferrara, colpiscono noi tiburtini oltre che per le perdite di vite umane e per le distruzioni incalcolabili alle strutture produttive dell'Emilia Romagna, anche per i gravissimi danni al patrimonio artistico e monumentale legato proprio agli Estensi. Vogliamo però parlare di un capolavoro, pur legato agli Estensi, ma non costruito da questa famiglia: mi riferisco alla Casa Romei in Via Savonarola, 28-30 a Ferrara che il recente terremoto ha costretto alla chiusura, ma che speriamo possa rifulgere di nuovo in tutta la sua rinascimentale bellezza.
Proprio la casa che Giovanni Romei (1402-1483), durante la sua ascesa costruì a Ferrara nel quarto decennio del XV secolo, ampliandola e arricchendola dopo la metà del secolo, ci fa piombare con rapida immediatezza ai modelli di una dimora signorile in età ducale. La casa si collegò poi all'attiguo Convento del Corpus Domini per lascito testamentario e divenne cornice dei ritiri spirituali di Lucrezia Borgia, madre del fondatore della Villa d'Este Ippolito II d'Este (1509-1572), che pure abitò in quella casa.
In verità il monastero del Corpus Domini, fondato da Bernardina Strozzi nel 1406, era divenuto un notevole complesso riservato alle Clarisse proprio per l'affluire di lasciti (fra cui quello già detto di Giovanni Romei nel 1483 e appunto degli Este). L'aspetto più commovente o forse soltanto affascinante è dato però dall'ambiente chiamato coro delle Clarisse, dove vi sono le lapidi tombali di alcuni personaggi di casa d'Este, fra cui proprio Lucrezia Borgia.
Casa Romei passò nel 1897 al Ministero della Pubblica Istruzione e incominciarono la serie di restauri per fermare il degrado e per restituirci la lettura dei rapporti ancora permanenti fra architettura e decorazione, che speriamo il recente terremoto non abbia irrimediabilmente compromesso. Giovanni Romei morì il 9 ottobre 1483 lasciando in eredità la sua casa in contrada S. Salvatore alle suore del Convento del Corpus Domini che divennero così proprietarie dell'intero isolato compreso tra le odierne vie Savonarola, Pergolato, Campofranco, Praisolo; una proprietà che rimase intatta per secoli, fino alla requisizione avvenuta nel 1872 da parte del Demanio statale e alla successiva demolizione di gran parte delle fabbriche conventuali; di esse sopravvive oggi solo la chiesa con gli adiacenti edifici attestati sul lato sud dell'isolato e i due cortili di Casa Romei che passata in consegna all'allora Ministero della Pubblica Istruzione, come già accennato, è l'unico edificio che rappresenti oggi con larga attendibilità un'abitazione signorile ferrarese alla metà del quattrocento. In essa permangono infatti tratti architettonici ed elementi decorativi che in altre residenze cittadine dell'epoca di Leonello (1407-1450) e Borso d'Este (1413-1471) sono stati smantellati da successivi interventi di trasformazione oppure si rintracciano in misura così esigua da non riuscire a restituire altro che disorganici frammenti di architettura.
Numerosi indizi e frammenti di pittura sparsi nell'edificio ci riconducono a Giovanni Romei, la cui volontà auto celebrativa è sottolineata dalla perenne presenza in multiformi esempi e diversi materiali del cane rampante che è il suo stemma: dai capitelli della loggia grande ai soffitti lignei del piano terreno, dalla vera da pozzo alle pitture del loggiato superiore, dal camino delle Sibille ai resti di decorazioni esterne. Giovanni, figlio di Pietro mercante, abile uomo d'affari e possidente fu artefice di un'ascesa sociale che culminò nel matrimonio, in seconde nozze, con la nipote di Borso d'Este, Polissena, figlia di Meliaduse d'Este (1406-1452), il maggiore dei figli illeggittimi di Niccolò III d'Este; dapprima gabelliere, nel 1458 divenne fattore generale del marchese Borso e fu nominato conte del Palazzo lateranense e di Bergantino e Bariano dal papa Pio II Piccolomini, presso il quale ricopriva la carica di ambasciatore estense nel 1462, ancora con Pio II ebbe contatti anche in altre occasioni, tra l'altro nel 1464 quando concesse aiuti economici per la crociata che il Papa stava progettando. Giovanni era tanto legato alla famiglia ducale che Ercole I lo volle padrino per il battesimo della figlia Isabella.
La casa di tale personaggio non poteva che essere tra le più belle e note della città, vero e proprio emblema del rango sociale raggiunto dal suo proprietario, il quale, secondo la testimonianza del cronista Bernardino Zambotti, il 7 febbraio 1479 poteva accogliere il duca Ercole, la duchessa Eleonora e Giovanni Bentivoglio, uno dei più illustri principi rinascimentali, signore di fatto di Bologna dal 1463 al 1506, in visita a Ferrara, ospiti in una festa alla quale partecipavano notabili e fanciulle della corte e membri della famiglia estense; "si ballò in maschara insino ad ore 5; dove dicte done e lo illustrissimo duca nostro e messere Zoane Bentivoglio con la chà da Este cenòrno in gran magnificenia". Ma il legame con la nostra città, oltre che dagli Estensi, è dato, a Casa Romei, dalla stanza delle Sibille (circa 1450), al piano terra, di cui riproduciamo la parete ovest, dove la Sibilla Tiburtina è la terza da sinistra su questa parete a lato della porta. Le Sibille visibili nella foto, iniziando
sempre da sinistra sono appunto la Cumana, l'Ellespontica, La Frigia, La Tiburtina e l'Europa.
(luglio 2012)
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