Non fu facile invece la trattativa per Cesare Borgia, giunto in Francia in pompa magna. Le sue bardature d'oro e i cavalli ferrati d'argento non impressionarono Carlotta d'Aragona, che si rifiutò di sposarlo e negò ogni tipo di trattativa. Di fronte a questo rifiuto, Cesare non consegnò la bolla papale contenente l'annullamento del matrimonio del re. Solo dopo alcuni mesi, durante i quali il Borgia fu trattenuto nella residenza del re senza essere costretto a cedere ma senza la possibilità di uscire, la difficile trattativa fu risolta con un compromesso: a Cesare Borgia fu data la mano della nipote del re, Carlotta d'Albret, originaria della regione spagnola della Navarra. Come pattuito, il Borgia consegnò la bolla di divorzio al re. Il matrimonio di Cesare con Carlotta fu celebrato il 12 maggio 1499; in seguito a ciò il Borgia ottenne la contea di Valentinois, eretta in ducato. Da qui l'appellativo di "Duca Valentino".
Già Niccolò Machiavelli nel 1503 scriveva l'opuscolo "Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo ed il duca di Gravina Orsini". Per inciso ricordiamo che una figlia di Luigi XII e di Anna di Bretagna fu Renata di Francia (1510-1575), andata in sposa ad Ercole II d'Este, duca di Ferrara e fratello del cardinale Ippolito II d'Este, il fondatore della villa d'Este a Tivoli. L'adesione di Renata di Francia alle idee protestanti provocò non pochi problemi al ducato estense, nonostante il cardinale Ippolito II d'Este tentasse di porre un rimedio. E successore al cardinale stesso nel possesso della villa estense fu proprio suo nipote Luigi d'Este, figlio appunto di Renata di Francia, che mai avrebbe voluto che suo figlio divenisse cardinale della Santa Romana Chiesa.
Ritornando ad Anton Goubau sottolineiamo che l'artista è conosciuto per i paesaggi di taglio meridionale, vedute olandesi, gozzoviglie militaresche e solo per pochi ritratti. Ha eseguito però un grande numero di opere religiose. Lavorò a Roma, godendo del rispetto dei suoi contemporanei. Fu maestro nell'Accademia di S. Luca nel 1636-37 ed è segnalato a Roma anche dal 1644 al 1650. Fu influenzato da Pieter van Laer (1599-1642), detto il Bamboccio, pittore olandese attivo a Roma dal 1623 al 1631, fondatore della scuola dei Bamboccianti, con opere che, partendo da modelli caravaggeschi, arrivano ad un realismo narrativo e bozzettistico. Quest'opera di Goubau rappresenta, su una piazza immaginaria circondata da monumenti antichi o rinascimentali, una moltitudine di personaggi, fra cui un corteo bacchico, che potrebbe giustificare il titolo dell'opera così come fu presentata nel catalogo di vendita. Ben visibile, sullo sfondo, alla sinistra del centro della tela, il Ponte Lucano, con cinque arcate ed il
Sepolcro dei Plauzi, prova evidente dell'importanza di questo eccezionale scorcio paesaggistico per tutti i pittori che ritenevano un dovere indispensabile visitare la nostra città. Girate il mondo e trovate un posto dove un paesaggio del genere sia ridotto così com'è adesso!
(dicembre 2011)