La Fontana dei Draghi, o della Girandola prende il nome dai congegni inventati da Tommaso da Siena per far sì che l'acqua causasse crepitii alternati ad esplosioni: la visita di Gregorio XIII, nel 1573, convinse il cardinale Luigi d'Este a far erigere il monumento con i quattro draghi alati, simbolo della famiglia del Papa, i Boncompagni. Essa è posta nell'emiciclo formato dalla doppia scala circolare che scende dal Viale delle Cento Fontane e risulta così composta: sotto la balconata-belvedere del Viale delle Cento Fontane si apre una nicchia in cui fu sistemata un'enorme statua di Ercole, la fontana prospiciente è ornata da quattro draghi sistemati alla base e disposti a circolo che sputano zampilli dandosi le spalle l'un l'altro mentre un altissimo getto d'acqua scaturisce dal centro del cerchio.
La fontana è particolarmente scenografica ed a essa è
stato dato un grande rilievo collocandola sull'asse maggiore
del parco
su cui vennero collocate altre minori statue erculee proprio
per evidenziarne l'importanza. La fontana in questione
esalta l'undicesima fatica di Ercole che uccide il drago
Ladone dalle cento teste per impadronirsi dei pomi d'oro
del Giardino delle Esperidi per poi portarli ad Euristeo.
Ippolito II e la sua famiglia infatti
erano particolarmente legati a questo semidio tanto che alcuni
estensi presero anche il suo nome (come nel caso dei duchi
di Ferrara, Modena, Reggio vale a dire Ercole I ed Ercole
II) e da adottare il motto "ab insomni non custodita dracone".
Tale motto fu fatto proprio dal Cardinale fondatore della Villa, il quale volle che nel suo giardino trovassero spazio statue e fontane dedicate ad Ercole, in quanto come ricorda il suo amico Muret "gli stessi pomi che Ercole sottrasse al drago addormentato, ora tiene Ippolito, che memore del ricevuto, volle che i suoi giardini fossero sacri all'autore del dono".
Scarica gratuitamente le nostre audioguide o le guide tascabili.
Patrocinio Comune di Tivoli
Assessorato al Turismo