Nelle zone in cui il ruscellamento dell'acqua era più consistente, a causa dei gravi danni alle coperture o per infiltrazioni dall'alto, erano localizzate le forme di deposito più consistenti quali crosta, patina biologica e macchie di ruggine in corrispondenza di elementi metallici ossidati - staffe, capochiave, putrelle. Nelle pareti in cui il paramento in tufo era esposto a causa di una caduta totale dello strato di finitura lo stato di conservazione era considerabile discreto ma con i giunti di malta dilavati e poco consistenti.
Apparivano, inoltre, evidenti e numerose le tracce di pregressi interventi di ripresa ed integrazione eseguiti senza particolare riguardo e legati certamente all'utilizzo del fabbricato come centrale elettrica: inserimento di elementi metallici ancorati alle murature e sigillati con malte cementizie (tralicci elettrici, putrelle metalliche, staffe, scale, ecc.). altrettanto numerose erano le lacune presenti nell'apparato murario (crolli e perdita di materiale vicino alle testate ammalorate, fori, aperture in breccia) attorno alle quali si rilevano porzioni di muratura pericolanti o poco stabili. Sulla struttura del canale, quindi, sono state eseguite, oltre a saggi, indagini endoscopiche mirate allo scopo di confermare soprattutto le discontinuità costruttive e di conoscere gli spessori delle volte di copertura; è inoltre emerso che generalmente la muratura originaria, tranne la facciata prospiciente il cortile, ha una consistenza scarsa, mentre i ringrossi e la facciata sul cortile risultano costituite da conci non squadrati di tufo con discreta compattezza.
L'intervento, quindi, è consistito nella pulitura diffusa delle superfici eliminando la ricca vegetazione infestante, il ripristino delle continuità del paramento in tufo mediante il consolidamento superficiale dei conci che risultavano interessati da fenomeni di polverizzazione e la sostituzione dei conci gravemente danneggiati. Il canale superiore Canevari era coperto da un solaio in putrelle e tavelloni notevolmente degradato e infestato da vegetazione con radici profonde, presentava locali crolli ed ossidazione delle putrelle in acciaio. La torre non presentava significativi dissesti ma danni dovuti al crollo della copertura. Stesso tipo di intervento per il parapetto del canale, del solaio del canale con la pulitura del fondo del canale medesimo. Si è proceduto al rifacimento della copertura della torre, completamente crollata, nonché al restauro degli elementi decorativi della cella, in particolare delle colonnine delle bifore, evidenziando l'intervento di consolidamento degli anni Cinquanta in laterizi. Infine, per ricostituire la configurazione originaria della torre sono stati stamponati i due archi della facciata verso il teatro in adiacenza alla Torre conferendole quella maestosità che l'ha resa l'elemento simbolico del Santuario nell'iconografia Ottocentesca.