La
chiesa, progettata come si è detto dai Domenicani dopo
esserne venuti in possesso, era a navata unica con altari
laterali, enormi finestre gotiche, copertura a capriata; l'entrata
fu situata non più su via dei Sosii ma su Piazza del
Plebiscito. Nel XIX secolo, precisamente nel 1887, finanziando
i lavori il predetto Cardinale HOHENLOE, il progettista tiburtino
Luigi Petrucci provvide a ristrutturare l'interno, eliminando
ogni particolarità trecentesca della chiesa ed impostandola
sul modello della chiesa di S.Maria sopra Minerva a Roma seppure
di dimensioni minori.
La navata, obbedendo al Romanticismo che esaltava di nuovo
lo stile gotico, vide prevalere la verticalità ed al
posto delle capriate ebbe (ed ha) la copertura costituita
da una serie di volte gotiche scaricanti su dieci pilastri
abbelliti da altrettanti capitelli in travertino di stile
corinzio ed uniti da archi a sesto acuto.
Secondo il progettista ognuno di essi doveva incorniciare le undici cappelle laterali (sei a destra e cinque a sinistra) consacrate alla Madonna del Rosario ed ai santi dell'Ordine Domenicano.I lavori interessarono anche la zona dell'abside che ricevette (e riceve) luminosità da tre enormi finestre ad ogiva commissionate e fabbricate in Francia a Marsiglia nel 1884 ed andate anch'esse distrutte in seguito al 2° conflitto mondiale.
A ricordo di questa ristrutturazione
fu posta sul portale internamente un'iscrizione in latino
oggi perduta:
"Questo tempio intitolato a S.Maria della Gloria,
eretto nel secolo XIV dai Frati Predicatori al posto della
parrocchia del santo vescovo e martire già fatiscente
per vecchiaia, fu rinnovato più elegantemente dalle
fondamenta con opere complete nell'anno del Signore 1887 per
indefessa iniziativa del Padre maestro Giacinto Marchi del
medesimo Ordine dei Predicatori"
I bombardamenti del 1944 però distrussero anche il
pavimento della chiesa che nel 1962 fu rimosso per essere
sostituito da uno in marmo di Carrara variegato costituito
da grandi pezzature geometriche ornate con bordature colorate
in rosso di Verona e in giallo di Siena.
Molto bello è il pavimento dell'abside: tutto in marmo
di Trani con al centro un grande stemma dell'Ordine dei frati
di S.Domenico, realizzato in marmo greco bianco e in marmo
nero di Bruxelles.
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