Nel presbiterio troneggia l'affresco della Crocifissione
(scuola di Pietro Cavallini sec.XIV) che durante i lavori
di restauro del 1887 fu staccato dalle pareti della chiesa,
restaurato nel 1930 per interessamento del tiburtino Silla
Rosa De Angelis e quindi qui collocato pur rimanendo di nuovo
danneggiato nel 1944.
Sullo sfondo si individuano le mura di Gerusalemme interrotte
da torri di avvistamento ma con bifore trecentesche.
Cristo appare morto sulla croce eretta sul Calvario, con le
gambe flesse, mentre due angeli gli volano accanto: quello
di destra (meglio conservato) raccoglie il sangue della Sua
ferita al costato in un vaso mentre quello di sinistra è
piuttosto deteriorato.
Ai piedi della croce accasciati sono ritratti: la Madonna in abito rosso con il capo chino avvolta in un manto turchino e Giovanni che, accovacciato per terra con le braccia strette intorno alle proprie ginocchia, guarda addolorato il Cristo sulla croce. Ci sono poi altre due figure in piedi: S.Biagio vicino alla Vergine con in testa la mitra da vescovo, biancovestito con una casula rossa e S.Domenico, vicino all'apostolo, avente un libro in mano.
Il coro, disposto a muro di cinta, è alle spalle dell'Altar
maggiore ;
quest'ultimo, in marmo di Carrara ed ornato da fregi ad intarsio,
ha archetti a sesto acuto sostenuti da colonnine intarsiate
e tortili che caratterizzano il paliotto. In ogni archetto
è collocata una statuina riproducente un santo appartenente
all'Ordine domenicano mentre al centro è custodita
una Croce con un pellicano che imbocca i suoi nati offrendo
loro il proprio sangue sgorgante dal petto (simbolo eucaristico).
L'altare, donato dal domenicano Card. Tommaso Zigliara (1833-1893),
lateralmente reca scolpiti gli stemmi dell'Ordine domenicano
e del predetto alto prelato; della stessa epoca è la
bella balaustra, che delimita il presbiterio, realizzata in
marmo bianco (i pannelli recanti disegni geometrici in graffito)
ed in rosso di Verona.
Meravigliosi sono i due angeli posti ai lati dell'Altare
maggiore copia di quelli eseguiti da Michelangelo per
ornare l'arca di S.Domenico a Bologna. Ciò che
dell'abside colpisce di più sono però senz'altro
le tre splendide vetrate ,
istallate nel 1950 dalla ditta fiorentina Tolleri in sostituzione
delle altre distrutte nel 1944.
La centrale
è ripartita in tre parti: nell'arco a sesto acuto si
vede Dio che benedice e tiene in mano il globo terrestre crucigero;
al di sotto è raffigurata la Madonna del Rosario col
Bambinello in braccio e la corona del rosario; sotto ancora
l'Annunciazione e la scritta delle parole pronunciate dalla
Vergine all'annuncio fattole dall'angelo. La vetrata sinistra
vede in alto S.Biagio, a cui è dedicata la chiesa,
con mitra e pastorale; poi è raffigurato il miracolo
del Santo che, essendo il protettore dei sofferenti di gola,
libera un bambino dalla lisca di pesce conficcata nella sua
gola; al di sotto troviamo S.Domenico, fondatore dell'Ordine
domenicano, con un libro in mano; infine nell'ultimo pannello
S.Pietro e S.Paolo che in visione consegnano a S.Domenico
il bastone da pellegrino ed il sacro libro del Vangelo. La
vetrata di destra invece ha in alto S.Lorenzo, patrono di
Tivoli, con la palma (simbolo del martirio) in mano e con
accanto una graticola; al di sotto è la scena del supplizio;
nella parte centrale appare la domenicana S.Caterina da Siena
recante un giglio ed un libro; chiude in basso la vetrata
la scena del ritorno del 1377 a Roma da Avignone del papa
Gregorio XI.
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