La Piazza del Governo e quella del Comune sono molto vicine sia a Piazza Palatina (tramite il Vicolo dei Palatini) che a Piazza del Plebiscito (con cui è collegata da Via Ignazio Missoni). Sono chiaramente caratterizzate dalla presenza del bel Palazzo del Municipio, alias Palazzo di San Bernardino in ricordo del Santo che per qualche tempo fu a Tivoli e tanto si prodigò per i tiburtini molti dei quali sulle facciate delle loro case istallarono il monogramma coniato da Lui. Nella Sala delle Conferenze è infatti custodita una "tavola" su cui è raffigurato S.Bernardino; l'autore sarebbe il Sebastiani, facente parte della scuola di Giotto per altri invece del senese Sano di Pietro (1406-1481).
Tuttavia gli abitanti con qualche annetto in più sono soliti chiamare la sede municipale anche con il termine "Corte", in ricordo del fatto che qui era la "Curia" (in cui abitavano gli ufficiali alle dipendenze del Governatore e trovavano ubicazione gli uffici) e la Municipalità (nella quale invece si trovavano i priori ed il Capomilizia).
Il Municipio, un edificio assolutamente isolato urbanisticamente in seguito all'abbattimento di case medievali operato nel primo trentennio del XX sec., ha l'ingresso e la facciata principale su Piazza del Governo mentre su Piazza del Comune si affacciano il secondo ingresso e la facciata posteriore. L'angolo dell'edificio che dà su Via del Governo e Piazza del Comune è abbellito da un'enorme fontana in travertino realizzata negli anni Trenta del secolo passato.
Essa è sormontata da un grande stemma di Tivoli; un bellissimo mascherone troneggia nella parte centrale da cui fuoriesce l'acqua che viene raccolta in un'enorme conchiglia. Nella parte opposta della Piazza del Comune si apre il Vicolo del Comune , che, immettendosi in Via della Viola, permette di raggiungere la Piazza dell'Annunziata.
L'edificio municipale fu costruito sopra la cinta muraria romana del V-IV sec. a.C.; sono ancora ben visibili in parte dei blocchi poligonali resti di quel tratto di mura di cinta che dalla Porta Avenzia (Via della Missione) si snodavano fino al predetto edificio. Tuttavia per la costruzione del Palazzo si utilizzarono anche delle preesistenze di epoca medievale come la torre situata a sinistra della facciata principale. In pratica si edificò sulla superficie occupata dalla casa e dall'orto dell'eretico spagnolo Francesco Modara il quale si vide confiscate tali proprietà. L'11 settembre 1587 il Palazzo divenne proprietà del Comune grazie alla volontà del pontefice Sisto V (1585-90) e al prestito di mille scudi da parte di Filippo Neri: il Comune infatti poté acquistarlo a metà prezzo rinunciando alla vecchia sede municipale incorporata nella Villa d''Este ed occupata dal card. D'Este. Nel 1883-84 furono eseguiti dei restauri che modificarono la facciata secondo lo stile neoclassico.
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