Il padre superiore del convento dei francescani, Luigi Bartocci, insieme al vescovo Carlo Gigli, al gonfaloniere della città Antonio Taddei e a molti altri tiburtini, intorno alla metà del 1800, si recò in S.Pietro portando con sè i documenti necessari per l'incoronazione della venerata immagine di Maria SS. delle Grazie. Sin dai primi secoli la chiesa cattolica aveva acquisito l'uso di incoronare le immagini del Salvatore e della Madre, come atto di concreto omaggio e di testimonianza tangibile della propria devozione. La più antica testimonianza risale a Gregorio III che nell'anno 731, nonostante le furiose lotte iconoclaste, incoronava un'immagine della Vergine nella basilica vaticana. Queste alcune parole del vescovo nella lettera presentata in Vaticano: "Rendiamo noto e attestiamo che in questa nostra città esiste un'immagine della beatissima Vergine Maria chiamata Maggiore: é incredibile quanti e quali beni abbia apportato alla nostra città, e quanti benefici largisca quasi ogni giorno... I cittadini si allietano di aver in questa immagine Patrona Colei che nel presente pericolo si mostra sempre custode vigilantissima e benignissima della città".
Il popolo tiburtino si dette molto da fare per preparare una festa particolarmente degna della Vergine a cui era tanto affezionato. Tivoli coniò per l'occasione perfino delle medaglie commemorative recanti su un lato il ritratto di S.Francesco d'Assisi inginocchiato davanti alla Madonna delle Grazie. Naturalmente il metallo del conio variava a seconda dell'importanza delle persone a cui le medaglie doveveno essere consegnate.
Per il pontefice Pio IX, fu in oro, per il vescovo tiburtino Carlo Gigli ed altri notabili fu in argento placcato d'oro, per le persone borghesi fu in rame e per il popolo fu in ottone. Nel lato posteriore di quelle d'oro e d'argento furono incise le immagini dei papi S.Simplicio tiburtino e S.Gregorio Magno, protettore dell'università dei muratori, mentre nel rovescio di quelle in rame e in ottone fu incisa un'iscrizione a ricordo dell'incoronazione. La cerimonia dell'Inchinata svolta nel 1851 fu solenne e memorabile anche se l'incoronazione avvenne solo il giorno 17. Sin dal primo mattino cominciarono le celebrazioni liturgiche accompagnate da nuove composizioni musicali; i tiburtini e migliaia di forestieri giunti da Roma e dai paesi vicini assistettero alla messa solenne e formarono una solenne processione che, partendo dalla Cattedrale, arrivò a Piazza Trento. Qui il cardinale Mario Mattei, arciprete del capitolo vaticano, incoronò la Madonna delle Grazie fra uno scampanio di campane ed uno scoppiettio di fuochi artificiali. Il rito dell'incoronazione si concluse con il canto del Te Deum dopo di che una grande processione portò la sacra immagine per tutte le vie della città addobbate a festa e illuminate con migliaia di fiaccole.
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