Dal Seicento ai nostri giorni

Nel XVII sec. l’Ordine degli Ambrosiani iniziò a decadere tanto che l’allora pontefice Urbano VIII lo soppresse nell’ottobre del 1643 decisione riconfermata anche dal suo successore, Innocenzo X. Il patrimonio del soppresso Ordine fu dal pontefice dato, secondo la politica nepotista, a Camillo Pamphili e al cardinale Francesco Maidalchini. Quest’ultimo vendette ben dieci conventi dell’ordine soppresso al Terzo Ordine Regolare di S.Francesco. I Francescani possedevano già il convento di S.Maria del Sepolcro situato nei pressi di Vicovaro, poi la loro presenza nel territorio vicovarese si rafforzò con l’acquisto appunto del convento di S.Cosimato che però restò di loro proprietà solo per pochi anni.

Convento di San Cosimato
Ingrandisce foto Convento di S.Cosimato

Il papa infatti, Innocenzo X, decise nel 1652 di chiudere tutti i conventi con meno di sei frati; così con la partenza dei Francescani il convento di S.Cosimato cadde di nuovo nell’abbandono. Si mosse allora per salvarlo, il principe di Vicovaro, don Lelio Orsini, il quale nel 1667 scrisse al nuovo pontefice, Clemente IX, affinché S.Cosimato fosse affidato ai Padri del Ritiro (richiesta accolta nel 1668).

Sotto costoro S.Cosimato fu di nuovo ristrutturato ed abbellito con dipinti del vicovarese A.Rosati, fu realizzato l’attuale altare maggiore sovrastato dal Crocefisso ligneo ancora presente. Si arrivò così al 1808, anno in cui secondo i dettami napoleonici il convento fu soppresso; per evitare che fosse incamerato nei beni statali, nel 1812 fu acquistato (fittiziamente) dal Procuratore della comunità francescana e Revisore dei Conti, Giuseppe Maria Tizzoni. Così nel 1814 i Religiosi tornarono a S.Cosimato. Con l’avvento dell’unità d’Italia tutti i conventi furono soppressi; S.Cosimato passò al Fondo per il Culto.

Volta della cappella della Santa Croce
Ingrandisce foto Volta della cappella della Santa Croce

Nel 1877 quest’ultimo lo cedette al Comune di Vicovaro, che ne utilizzò i locali in parte come ospedale, quindi come luogo di isolamento per malati portatori di morbi contagiosi, in ultimo come Comando del non lontano campo di prigionia. Solo nel 1925 l’Ammnistrazione vicovarese lo affittò per ventinove anni ai frati affinché riaprissero al pubblico la chiesa del complesso e vi officiassero regolarmente.

Nel 1933 si corse il rischio che la chiesa dovesse essere chiusa perché danneggiata da tutta una serie di situazioni (il terremoto del 1915 che distrusse Avezzano in Abruzzo ma provocò anche molti crolli nei centri dell’Italia centrale; le mine fatte brillare per permettere la costruzione della vicina galleria sulla linea ferroviaria Roma-Sulmona; ed infine quelle adoperate nella zona sottostante la rupe di S.Cosimato per edificare la diga destinata a convogliare l’Aniene nelle turbine per produrre energia elettrica). Fu nel 1935 che il complesso di S.Cosimato fu ceduto dall’Amministrazione vicovarese alla Provincia francescana dell’Aracoeli, che ne entrò in possesso nel 1936 come ricorda una lapide commemorativa locale. Si iniziarono così nuovi lavori di restauro che furono poi continuati negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta.

 

 

 

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