Nel 1747 venne creata l'apertura del portale laterale in rottura del muro perimetrale sinistro. I lavori furono sovvenzionati dai canonici della cattedrale. Si iniziò poi ad eseguire la nuova decorazione pittorica che venne portata avanti sotto il Cardinale Roma (Cappella del Salvatore), il Cardinale Marcello Santacroce (Cappella dell'Immacolata), Galeazzo Marescotti e, agli inizi del XIX sec. papa Pio VII (1800-23) che dal 1783 era stato vescovo di Tivoli per due anni.


Ingrandisce foto Il Trittico tiburtino

Di stile barocco, la facciata presenta un portico a tre fornici. La pianta è a navata unica con cappelle laterali comunicanti tra loro, in una delle quali è contenuto il gruppo duecentesco della Deposizione, capolavoro ligneo di rara bellezza, significativa testimonianza della scultura medievale. Fa parte del patrimonio artistico della chiesa anche il Trittico del Salvatore, pregevole pittura su tavola del XII secolo, opera attribuita ai monaci benedettini di Farfa.

Sul lato sinistro della facciata si erge l'originario campanile di stile romanico alto circa 45 m., a pianta quadrata ed a tre piani con monofore divise da colonnine, arcate e decorazioni. La basilica, chiamata Duomo, dette il nome alla via e alla piazza antistante. In piazza del Duomo, così come nella vicina Piazza Domenico Tani (ex Piazza dell'Olmo), nel 1500, si giocava a pallone e, dice una cronaca, "non certo con piacere dei commercianti, perché le tavole marmoree del pesce, le ceste di pomodori, i sacchi della biada e del grano, delle uova, subivano, con invidiabile frequenza, la carezza di una pallonata; e non c'è affatto da descrivere tutto quello che ne seguisse."


Ingrandisce foto Campanile romanico

L'arco alla destra della chiesa è detto del Macello in quanto in quei paraggi si trovava l'ex mattatoio comunale fondato dal gonfaloniere Paolo dei Conti Posterla, nell'anno 1840. Il 17 luglio di ogni anno la processione (anche se ormai da 50 anni è sospesa) di S.Sinforusa, passava sotto l'arco; per una corrente d'aria che si formava (e si forma) nel sottopassaggio, le candele della "macchina" recante il busto berniniano della Santa Martire, sembrava si spegnessero e, appena superato l'arco, si riaccendessero.

La gente vedeva in ciò un chiaro segno del martirio della tiburtina S.Sinforosa, la quale nei pressi, fu trascinata per i capelli.

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