La vicenda di S.Sinforosa e della sua famiglia è raccontata dal Ruinart in
"Passio sanctae Symphorosae et septem filiorum eius" del 1731.
Vi si narra che l'Imperatore
Adriano, appartenente alla dinastia degli imperatori adottivi
o senatoria o degli Antonini, essendosi fatto costruire una
splendida
villa omonima, patrimonio oggi dell'Unesco, e volendola
inaugurare sontuosamente avesse consultato degli oracoli circa
il favore o meno degli dei.
Gli fu risposto che le divinità erano offese con lui in quanto S.Sinforosa ed i suoi figli pregavano un solo ed unico Dio; se dunque la donna con i figli avesse accettato di sacrificare alle divinità pagane quest'ultime avrebbero concesso ad Adriano il loro favore. Sinforosa convocata non accettò la proposta ricordando che il marito Getulio ed il cognato Amanzio, tribuni del sovrano, avevano preferito la decapitazione anziché sacrificare agli dei.
Fu condotta quindi presso il tempio d'Ercole ove fu schiaffeggiata e poi sospesa per i capelli; essendosi rifiutata ancora una volta di sacrificare, fu gettata nel fiume Aniene ancora viva zavorrata con un grosso sasso legato intorno al collo. Fu suo fratello Eugenio a recuperarne il corpo seppellendolo nel suburbio tiburtino.
Successivamente Adriano tentò di convincere i sette figli della donna ad abiurare Cristo ma, poiché non vi riuscì, ordinò che fossero piantati sette pali intorno al predetto tempio d'Ercole e su ognuno fosse legato un giovane.
Crescente fu trafitto per primo nella gola, Giuliano in petto, Nemesio al cuore, Primitivo all'ombelico, Giustino alla schiena, Stratteo al fianco ed infine Eugenio spaccato verticalmente in due. Per volere di Adriano i loro corpi furono gettati in una buca che in seguito dai Papi fu indicata come "Ai sette Giustiziati".
Per diciotto mesi i cristiani non furono più perseguitati e così si poté recuperare i corpi dei sette martiri e
della loro madre che furono sepolti lungo la via Tiberina a ca. 8 miglia da Roma in un loro possedimento; la Chiesa li festeggia il 18 luglio.
Molte ipotesi sono state fatte per individuare il luogo in cui S.Sinforosa fu gettata nell'Aniene: chi asserisce sia Ponte Lucano,
chi il ponte dell'Acquoria molto più vicino al tempio d'Ercole, chi il ponte che sovrastava la primitiva cascata naturale del fiume molto vicina
all'acropoli tiburtina. Probabilmente ella fu processata all'interno del santuario di Ercole proprio per consentire alla folla di presenziare all'evento
ottenendo un duplice fine: dare un messaggio forte a tutti coloro che professavano il cristianesimo e ingiuriare, sottoponendola ad un pubblico processo, S.Sinforosa, conosciuta da tutti
essendo una nobile matrona. Non molto sicura è la data del martirio di S.Sinforosa e dei suoi figli: per alcuni sarebbe il 120 d.C. mentre per altri
il 136 o il 138 d.C.
Scarica gratuitamente le nostre audioguide o le guide tascabili.
Patrocinio Comune di Tivoli
Assessorato al Turismo