La vita di Luigi Gaudenzi

Luigi Gaudenzi nasce a Tivoli, in Via della Missione al civico 19 in una casa di proprietà, il 14 giugno 1905. Figlio di Giacomo Gaudenzi e di Vittoria D'Andrea. La famiglia si allarga con la nascita di altri tre figli (Venere, Nella, Antonio); purtroppo la madre muore pochi mesi dopo l'ultimo parto (1911). Il padre allora si risposa con Maria Antonia Ronchetti. Dalla nuova unione nasce una bimba, Vittoria. Giacomo, carattere assai difficile, un po' padre padrone tipico di quei tempi, è abbastanza benestante possedendo, oltre la citata casa con cantina e stalla per il mulo, vari possedimenti terrieri in cui lui stesso lavora. Come è consuetudine per quei tempi, i figli dei contadini sono braccia da lavoro e devono aiutare, volenti o nolenti, nel lavoro rurale. Luigino però ha aspirazioni diverse. Da autodidatta studia i classici, la pittura, la fotografia, il cinema, il bulino.
Scolpisce, frequenta persone abbastanza edotte come il coetaneo Emilio Segrè (futuro premio nobel per la fisica), i pittori Pio Santini e Gino Piccioni, il musicista Vergelli (di cui nel 1929 realizza un eccellente ritratto a carboncino e tecnica mista), lo storico prof. Vincenzo Pacifici. E' il mondo che gli interessa: arte, poesia, musica. La casa, in via San Bernardino da Siena, della pittrice Virginia Tomescu Scrocco, una volta alla settimana diventa un salotto bene.
I dissidi col padre aumentano di giorno in giorno malgrado l'affetto della seconda madre. Luigi, che si ammala spesso di pleurite, lascia la casa paterna per la libertà di inseguire i suoi sogni. Sono anni di miseria, di sofferenza, ma può dipingere. Gustavo Brigante Colonna nel Bollettino di Studi storici e d'Arte n° 43 anno 1929 a pag. 1509-1510-1511 annota così:


Ingrandisce foto L'Inchinata

"...Un giorno, facendosi coraggio, è andato a bussare ad un vecchio "romitorio" sulla strada che da Tivoli conduce a San Gregorio da Sassola e a Casape. Nel "romitorio" viveva in operosa solitudine un geniale pittore romano, a cui Luigino arrossendo e balbettando, chiese qualche lezione iniziale. Così il contadinello tiburtino finì, a stretto rigore, di essere un autodidatta. Con i primi elementi appresi dalla condiscendente generosità del pittore Gino Piccioni, Luigino affrontò il colore, si presentò a un concorso indetto dall'Accademia di San Luca, per una quadro di metri 1,15 per 0,90 dal soggetto "Mattino d'Estate". ... la commissione giudicatrice non s'è pronunziata ancora: e Luigino vive trepidando. Per ingannare l'attesa, ha cominciato una tela ancora più grande: un San Francesco per la chiesa omonima di Tivoli.... Luigino Gaudenzi non chiederebbe di meglio che applicarsi a lungo, silenziosamente, con la tenacia ereditata dai suoi, se ciò gli fosse consentito dalle troppe misere condizioni di famiglia. ... Non c'è più un Mecenate munifico e intelligente che voglia sopperire alle poche spese di questo volenteroso ragazzo sino al giorno della conquista di una borsa di studio..?".

Di questa tela, poi ultimata, si ha notizia sul notiziario n ° 46 anno 1930 a pag. 1647 si legge: "La chiesa di Santa Maria Maggiore si è ultimamente arricchita di una pregevole opera d'arte ...pregevolissima... dovuta al pennello di Luigi Gaudenzi, il giovane artista tiburtino che l'altro anno si conquistò con la sola bravura della sua fantasia, il secondo premio all'Esposizione Nazionale di S. Luca. Il suo San Francesco, esposto sull'altar maggiore della chiesa suddetta è stato ammiratissimo durante le feste religiose in onore del Santo.."
La vita è difficile per Luigi che cerca di guadagnare qualcosa dipingendo quadri devozionali come quello appena citato. La sua miseria è indicibile. Dopo vari abbandoni e ritorni nella casa paterna se ne allontana definitivamente alla fine del 1928- primi del 1929. Apre allora uno studio a Palazzo Sabbi in via Mauro Macera.
Altre notizie di lui sono riportate sul notiziario n°46 anno 1930 a pag 1649-1650:
"Le sale del circolo Tibur sono state continuamente visitate per ammirare le opere esposte dal giovane pittore Luigi Gaudenzi.... una quarantina di quadri di squisitissima fattura ...egli deve tutto a se stesso e al suo temperamento... Il Gaudenzi che ha da poco passati i venti anni, avrà certamente un grande avvenire specialmente se vincerà qualche esitanza e qualche lieve titubanza che lo studio gli spianerà".
Il soggiorno milanese e l'ospitalità della famiglia Maviglia gli donano un periodo breve di serenità.


Ingrandisce foto S.Francesco

Troviamo altre sue nuove sul Notiziario n ° 47 anno 1930 a pag. 1693:
"L'umanità di consensi e di lietissimi vaticini che tutti i cittadini di ogni classe sociale, formulano per il giovane Luigi Gaudenzi che prodigiosamente è scaturito dalla nostra terra (la parola è appropriata, poiché il Gaudenzi, figlio di contadini ha anche zappato la terra). ..la sua proverbiale modestia. Nacque venticinque anni or sono, e da allora non le arrise l'esistenza... Era ed è nato artista e senza alcuno studio, per la propria inclinazione è divenuto un valoroso pittore anche prima di vincere il concorso per la borsa di studio presso l'Accademia di S. Luca. ..La sua recente esposizione nelle sale del "Tibur" ove ha esibito circa sessanta lavori ... sono la riprova della sua eletta, spontanea, sensibilità precisata dal disegno e dalla tecnica del colore... lavora e studia dieci ore di seguito. La povertà che gli fa compagnia ora, gli aprirà la porta, per fargli godere la ricompensa giusta, equa, restauratrice delle sofferenze cristianamente sopportate".

Poi, il 14 agosto del 1930, Luigino si trasferisce in Abruzzo nel paesino di Castrovalva, dove è ospitato in casa del dr. Tito Pace. Qui vive momenti di spensieratezza e incontra, innamorandosene, una pastorella che ritrae in varie tele. Le insegna a leggere e a scrivere. Vuole portarla a Tivoli ma un attacco di appendicite, tramutatosi in peritonite, conclude il 14 ottobre 1930 la sua giovane vita.

Questo uno stralcio della lettera dell'arciprete di Castrovalva, Rev.mo Don Domenico Serafini, che descrive l'ultimo mese di vita del valoroso ed a noi carissimo, pittore Luigi Gaudenzi., datata 17 ottobre 1930 ed è riportata sul Notiziario n° 49 anno 1931 pag 1782-1783-1784:
"Mi sento onorato di poterle dare qualche notizia intorno al compianto pittore Gaudenzi,...durante il tempo che è vissuto in queste balze..... venne il 14 agosto il pittore Gaudenzi, entusiasmato del luogo, nonché della cordialità e gentilezza di questi villici, che lo amarono da fratello... Dopo un mese di permanenza notai che in salute aveva molto migliorato... Lavorò molto; fece in tutto una ventina di quadri... come mi diceva, e che gli costarono parecchio lavoro. Era contentissimo di poter seguire la scuola del Michetti.... Cominciò a sentirsi male il 20 settembre: dolori di testa, febbre e qualche doloretto di pancia... il medico locale... lo dichiarò affetto da male viscerale. Gli furono prodigate tutte le cure possibili ed immaginabili; tutti n'eravamo addolorati...lo apparecchiai a ricevere i S, Sacramenti... Per le premure di Monsignor Ravanat, canonico di S. Pietro, affezionatissimo al Gaudenzi, si potette ottenere al caro Luigino una speciale benedizione del Santo Padre. La mattina del giorno 14 ottobre, alle ore 6, il pittore Gaudenzi volava al Cielo col sorriso sulle labbra!! ..."

Infine sul Notiziario n° 50 anno 1931 pag. 1831-1832 è riportato:"Nelle lussuose sale del Circolo Tibur si è inaugurata la mostra retrospettiva dei lavori del defunto giovane valoroso pittore Luigi Gaudenzi. Ha tenuto una conferenza d'inaugurazione il prof. Gino Tani ..L'interessante mostra è restata aperta al pubblico per otto giorni".

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