Gli attori portavano delle maschere terrificanti o ilari che potevano essere o scure o bianche. La maschera scura identificava il sesso maschile, la bianca il sesso femminile. L'uso della maschera teatrale era stato ripreso naturalmente dal teatro greco: essa era di legno o spesso per lo più di tela. I tratti somatici della maschera erano molto pronunciati e ciò affinché l'espressione facciale fosse visibile anche da lontano. La bocca della maschera era esageratamente larga atta ad ampliare la voce dell'attore. Una capigliatura, attaccata alla maschera la completava; il ricorso alla maschera si spiega col fatto che diversi erano i ruoli che uno stesso attore doveva interpretare; non avendo tempo a disposizione per truccarsi e calarsi in un altro personaggio maschile o femminile (le donne recitavano solo nei mimi), era molto più facile mettersi una maschera.
Anche i vestiti drappeggiati alla maniera greca o a quella romana servivano a dare al pubblico un'indicazione sulla condizione sociale dei personaggi in scena: la tunica corta per gli schiavi, quella gialla per le cortigiane, quella rossa per i poveri, la purpurea per i ricchi ecc. I vestiti erano poi differenti se si doveva rappresentare una commedia o una tragedia o un'atellana.
In genere si può dire che gli attori comici o tragici (histriones) nei costumi di scena si ispiravano a quelli greci per portare in palcoscenico lavori ambientati nella Grecia: avevano quindi un pallio (da qui il vocabolo palliata per designare sia la tragedia che la commedia) che li ricopriva mentre ai piedi calzavano i cothurni (calzari atti ad aumentare la statura dell'attore; da qui il vocabolo cothurnata per indicare le tragedie di ambientazione greca) oppure il soccus (un calzare molto meno importante e limitato alle commedie di ambientazione greca). Se invece la tragedia o la commedia aveva come ambientazione la civiltà romana, allora gli attori ricorrevano a vestirsi con la toga (per le commedie e di qui il termine togata per intendere le commedie di ambientazione romana) o con la praetexta (per le tragedie). In tal modo però la rappresentazione perdeva il suo interesse in quanto era troppo stereotipatica.
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