I gruppi di Deposizione, in genere localizzati nell’Umbria, in Toscana e nel Lazio, sono tutti stati realizzati nel XIII sec.Complete di tutti i personaggi sono quelle di Pescia, di Vicopisano, di Volterra e di San Miniato.
Le Deposizioni, esposte solo in occasione delle sacre rappresentazioni e dei riti della settimana santa, erano trasportate a spalla seguendo lo snodarsi delle processioni. Anche la Deposizione di Tivoli, come dice il Crocchiante, era custodita nella prima cappella a destra del Presbiterio (la cappella del Crocifisso) in “un recinto di cristalli e di tele, scoperta solo in occasione delle feste più solenni” e nei venerdì di marzo; in questa circostanza al gruppo si rivolgevano alcuni membri di una confraternita con dei versi incentrati sulla Passione di Cristo e con la recitazione del Miserere. In generale le varie figure di tali gruppi lignei, scolpite in modo molto realistico e simbolico, sprigionavano una grande spiritualità; a loro infatti era affidato il compito di istruire i fedeli, essendo molto più comunicative della parola scritta.
La realizzazione di tali gruppi lignei cessò dopo il Duecento essendo subentrata (dal 1260) la nuova spiritualità degli Ordini mendicanti e delle nuove confraternite mirante a rappresentare più dettagliatamente e drammaticamente la Passione di Cristo, sia nella pittura che nelle altre creazioni plastiche.
La Deposizione di Tivoli, come tutte quelle italiane, si compone di cinque figure (la cui originaria disposizione intorno alla croce è ancora oggetto di studio) pur rifacendosi all’episodio descritto nei Vangeli circa la scena del Cristo morto, schiodato dalla croce e deposto in un lenzuolo di lino da Giuseppe d’Arimatea e da Nicodemo. Al prototipo sirianodel IX secolo (che cita solo i tre personaggi predetti) vengono aggiunte nei gruppi lignei d’Italia le figure speculari nell’atteggiamento, di Maria e di Giovanni che raccolgono la mano del Cristo (tale gestualità è di derivazione orientale, derivata dalle miniature, tramite il Tetraevangelo Melitene). All’influenza sui fedeli, esercitata dalle Meditazioni di S.Bonaventura, è invece riconducibile la grande spiritualità che si ottiene dalla vicinanza dei volti di Giuseppe d' Arimatea e di Gesù mentre Nicodemo partecipa alla scena chiaramente commosso.
Tuttavia per moltissimi secoli le opere scolpite nel marmo furono considerate artisticamente superiori a quelle realizzate nel legno. Solo verso la fine dell’Ottocento quest’ultime cominciarono ad essere rivalutate ma ormai la conservazione delle opere in legno medievali e rinascimentali era abbastanza compromessa.
Un testo molto valido, per accostarsi alla scultura e in particolare alle Deposizioni lignee realizzate nell’Italia centrale, è “La scultura lignea italiana” di Enzo Carli, 1955; nel testo vengono individuati e ricomposti i rapporti culturali che tra il XII ed il XIII sec. intercorrevano tra alcune città del Centro Italia, il che spiegherebbe l’affinità delle Deposizioni. Lo studioso, a proposito del gruppo ligneo tiburtino realizzato secondo lui da un artista umbro, ne evidenzia la raffinatezza e vi individua anche indiscusse influenze del plasticismo lombardo mescolato ad elementi decorativi tipici della tradizione bizantina. Non è da dimenticare infatti che, tra i gruppi lignei, spetta un posto primario alla Deposizione stupenda (senza fare campanilismo) di Tivoli.
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