Via Colsereno

E' questa una delle più centrali e storiche vie tiburtine. Essa inizia da Largo Cesare Battisti e termina all'incrocio con Via Antonio Parrozzani (il chirurgo, ucciso da un suo paziente, che fu direttore del civico ospedale S.Giovanni Evangelista dal 1903 al 1930). In pratica, per chi è di Tivoli ed ha qualche anno sulle spalle, la strada inizia "dalli cartelluni de Giuseppetti" fino a "lu 'spidale". In passato la via era nota come "Cocerinu". Nel libro "Le Vie di una città" di Gino Mezzetti, a pag. 50 è riportato che detto vocabolo "deriva dai ruderi della Villa di Antonio Coccio, architetto romano al servizio dell'imperatore Cesare Ottaviano Augusto (63 a.C.); tali ruderi ancora oggi ben visibili, costituiscono le grotte che si chiamano comunemente di "Scalzacane", site a circa un chilometro dalla stazione ferroviaria di Marcellina".

Portale
Ingrandisce foto Arco di Sant'Anna

Il nome Cocerinu sarebbe, per altri, da abbinare invece al ricco lascito del 1680 (fatto dal Brunelli alla popolazione di Tivoli) tra cui la selva di Cocerino, ubicata nella località omonima. Contrastanti pure sono le ipotesi sull'etimologia dell'attuale vocabolo Colsereno: chi lo attribuisce alla piacevolezza del posto; chi, come il tiburtino G.Coccanari, al fatto che, nel 1928, durante dei lavori di scavo in prossimità dell'ospedale, sono stati trovati dei ruderi del palazzo urbano dei Sereni.

Lasciandosi alle spalle Largo Cesare Battisti e fatte alcune decine di metri, ci si imbatte sulla destra con Via Inversata, sorta per volontà del Cardinale Ippolito d'Este, e di rimpetto con la piccola Piazzetta di San Vincenzo dominata dall'omonima sconsacrata chiesa, oggi malamente ridotta. Andando avanti sulla destra si apre lo stretto vicolo del Forno prospiciente a Largo Giovanna Maria Baya (emigrata del XIX sec. per motivi politici), da cui si accede alla storica palestra Maramotti, ben conosciuta dalla maggioranza dei Tiburtini di una certa età essendo al servizio nel dopoguerra di tutti gli Istituti Superiori di Tivoli.

Palazzo Pacifici
Ingrandisce foto Casa Medioevale

Qui i ragazzi e le ragazze, impegnati nell'ora di educazione fisica e drasticamente appartenenti a classi maschili o femminili, trovavano le poche occasioni di osservare e ammirare l'altro sesso per iniziare o consolidare qualche filarino. Il vicolo del Forno ricorda nel nome che qui c'era un vecchio forno a legna che sfornava croccante pane fino al trentennio del XX sec. Parallelo al vicolo del Forno, e quindi sempre situato sul lato destro di Via Colsereno, è il vicolo Inversata da cui si accede al Cinema Giuseppetti, solo cinema- teatro rimasto dei tre che c'erano a Tivoli (Italia e Centrale).

Proseguendo sulla destra ci si imbatte nell'Arco di S.Anna, confinante con una bella edicola votiva, da cui si dirama la via omonima che permette di raggiungere la chiesa di S.Anna, un tempo consacrata a Santa Maria degli Angeli. Via Colsereno custodisce inoltre dei preziosi edifici storici. Al numero civico 10 ad esempio è possibile osservare il secentesco e nobile Palazzo Pozzi impreziosito da un marcapiano e da un bel portale bugnato realizzati in travertino, la ricercata pietra locale. Andando avanti invece sul lato sinistro sono situate due case medievali adiacenti con tetto a capanna, immortalate da un fotografo illustre e nostro concittadino onorario, Ettore R. Franz, che utilizzava la macchina fotografica per fermare le immagini da fissare poi nei suoi acquarelli.

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