L'attuale via Inversata con le sue case popolari innalzate nell'ultimo dopoguerra per ridare un tetto a chi l'aveva perduto a causa dei bombardamenti, non ha mantenuto nulla dell'originaria strada se non il nome e l'ubicazione. Le vecchie abitazioni infatti sono state cancellate dalle bombe della seconda guerra mondiale. La via, che si trova nell'immediate vicinanze della Rocca Pia, è nata nello stesso periodo di Villa d'Este e per volontà del suo stesso proprietario: il cardinale Ippolito d'Este. Nel dicembre del 1549, in occasione della distribuzione a sorte per un anno delle terre e dei governi della Chiesa, Ippolito divenne governatore di Tivoli, mentre al soglio pontificio saliva Giulio III. Nascendo dei dissapori con Enrico II (che aveva dato la massima autorità in Italia all'ambasciatore francese a Roma, Claudio d'Urfè), Ippolito decise di appartarsi e di venire a Tivoli (il cui governorato Giulio III gli aveva riconfermato) il 9 settembre 1550 salutato dagli spari a salve dei cannoni, accolto dall'entusismo popolare e dalla diffidenza dei nobili.
Non potè adattarsi a vivere in un Palazzo di governo ricavato da un austero convento di frati benedettini, confiscato da papa Alessandro IV nel 1256 e dato in parte ai frati francescani. Ideò allora di costruire una villa che fosse in campagna, gemella del grandioso Palazzo che stava costruendo a Roma, a Monte Giordano, in cui dava ricevimenti, allacciava amicizie e le rinsaldava. La costruenda dimora tiburtina doveva invece offrire un piacevole asilo agreste che permettesse più lunghi e meditati colloqui d'intesa in luogo appartato.
Il progetto, per arte e sontuosità, doveva superare sia la Villa di Bagnaia che quella di Caprarola, realizzate su disegno del Vignola. Il cardinale decise di realizzarla a ridosso della chiesa di S.Maria Maggiore. Qui c'era un vecchio e scomodo convento, in quella "Valle Gaudente" amena e ridente. La bellezza del posto era particolare ma, come tutte le cose belle, aveva anch'essa un piccolo difetto: era troppo popolata da misere casupole di contadini e cittadini. La sua corte, i suoi illustri ospiti non dovevano essere importunati da una simile ed inopportuna presenza. Occorreva trovare una soluzione: decise così di "cancellarle". Nella Valle Gaudente a Tivoli realizzò quindi Villa d'Este, espropriando, in una prima fase, vigne e terreni sia dei coloni che degli stessi frati e edificando (a partire dal 1560) il Palazzo e il giardino. Il cardinale, dalle inesauribili risorse economiche, comprò quindi i modesti tuguri dei contadini, li fece abbattere e quindi ricostruire in prossimità della Rocca Pia. Si originò così Via Inversata che si snodava fra tali nuove case. Il suo nome (in dialetto tiburtino "la 'Mmersata") è dato dal fatto che nella ricostruzione si seguì l'ordine inverso della demolizione: ossia si edificò per prima l'abitazione distrutta per ultima.
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