Poi però a poco a poco con il passare del tempo tutto il complesso decadde; solo nel Settecento, essendo vescovo di Tivoli, Placido Pezzangheri (pastore dal 1728 al 1757), si pensò di ristrutturarlo. Per suo volere i beni della confraternita furono utilizzati per edificare un nuovo luogo di culto. Nel 1729, per la precisione, i Padri Missionari di S.Vincenzo de' Paoli provvidero a ricostruire la chiesa così come l'aveva progettata p. Bernardo della Torre e come ora ci appare.
La facciata, che si affaccia sulla piazza, appare costituita da due ordini separati orizzontalmente da una cornice-marcapiano sporgente sul prospetto. La parte superiore di essa è abbellita da un'enorme apertura rettangolare che dà luce all'interno. Tale finestrone sovrasta il portale d'ingresso sottostante che attualmente costituisce l'unico varco. In passato l'antica chiesa aveva invece due ingressi situati uno a sud e l'altro, il più importante, a est; su ciascuno era scritto in latino "Societas Annuntiatae MDXXXX" (oggi è possibile vedere solo il vecchio ingresso situato su via Campitelli).
La chiesa, ormai sconsacrata, è
stata recentemente restaurata in modo da farne apprezzare
lo stile tardo barocco unito alle influenze architettoniche
settecentesche. E' scomparsa purtroppo l'iscrizione in
latino un tempo situata sul frontone e che recitava "MARIAE
DEI PARENTI DESIGNATAE" (A Maria designata madre
di Dio).
In questa chiesa, che insieme all'adiacente edificio costituisce
quello che viene definito Complesso dell'Annunziata,
si tengono concerti, esposizioni, mostre, dibattiti, manifestazioni
culturali.
L'interno è particolarmente
bello e curato; l'influenza del grande Borromini è
evidente: altari, nicchie e spazi si fondono in un ritmo armonico
e di ampio respiro. Le nicchie in tutto sono 4 ed ospitavano
altrettante statue realizzate in stucco rappresentanti i quattro
dottori della Chiesa (attualmente ne sono restate solo due).
Non sappiamo chi le abbia realizzate così come ignoriamo
l'artista o gli artisti che dipinsero la tela situata sull'altare
di destra "Madonna con Bambino e Santi" e quella
sull'altare maggiore "L' Annunciazione". Sappiamo
invece il nome del pittore della "Madonna intercedente
presso la Trinità pro S.Vincenzo de' Paoli" (tela
collocata sull'altare di sinistra) fatta nel 1781 da Liborio
Guerrini, vissuto tra la seconda metà del XVIII ed
il primo ventennio del XIX sec.
Sopra il portale interno compare un'iscrizione latina in onore
del Vescovo Placido Pezzancheri grazie al quale la chiesa
fu ristrutturata nel Settecento.
Il Palazzo, ex Casa delle Missioni Vincenziane
Il grosso fabbricato, situato alle spalle della chiesa predetta e sulla via Mauro Macera non che affacciantesi su Piazza Campitelli, fu acquistato dopo la presa di Roma, divenuta capitale d'Italia nel 1870, dal Demanio che ne fece una Casa di correzione per minorenni; ecco perché i tiburtini per moltissimo tempo chiamarono tale costruzione con il nome dispregiativo "Discoli."Nel 1867 l'edificio aveva ospitato Garibaldi che ne aveva fatto con i suoi uomini il proprio quartiere generale. Con lo scoppio della II guerra mondiale e con il conseguente bombardamento di Tivoli, molti tiburtini restarono senza casa e lo occuparono per svariati anni devastandolo. Il Comune di Tivoli è riuscito solo nel 1981 a recuperarlo dal demanio; da allora sono iniziati i lavori di restauro per farne la sede di un Museo Civico, ancora in alto mare. Questo enorme edificio, edificato nel 1729 ad opera di p. Bernardo della Torre che rifece la nuova chiesa dell'Annunziata, era la Casa della Missione dove i missionari vincenzini si istallarono nel 1734. Costoro si dettero molto da fare per ridurre attriti e tensioni tra gli abitanti, e per quasi duecento anni sia a Tivoli che nei dintorni si impegnarono per portare a termine le loro "missioni" e per dirigere spiritualmente i seminaristi del locale Seminario vescovile.