Al
centro di quest'ultima ha inizio una scalinata assiale che
conduce ai livelli superiori; ai lati della scalinata sono
due grandi emicicli (che danno il nome alla terrazza) affiancati
da due serie di quattro ambienti per lato. Entro gli emicicli
presumibilmente sedevano i fedeli in attesa di consultare
l'oracolo
la cui sede infatti era proprio davanti all'emiciclo di destra
,
dove era collocata la statua della Fortuna Primigenia che
allatta Giove e Giunone fanciulli, secondo quanto riportato
da Cicerone (De divin. II, 41). Il celebre passo attesta inoltre
che proprio accanto al gruppo statuario si trovava, secondo
i documenti pubblici di Praeneste, il pozzo (tuttora visibile)
di ritrovamento delle sortes, le tavolette di legno, con antiche
iscrizioni in latino arcaico, utilizzate a fini divinatori.
Dell'immagine di culto si conserva solo la testa. La scalinata assiale, situata, al centro della terrazza degli Emicicli, permette di accedere alla quinta terrazza detta "dei Fornici a semicolonne" perché caratterizzata da una serie di ambienti inquadrati da semicolonne ioniche. Si tratta certamente di una zona di servizio, secondaria dal punto di vista del culto, destinata presumibilmente ad attività commerciali.
La terrazza degli Emicicli e quella dei Fornici costituivano
il cosiddetto "santuario inferiore".
Segue la sesta ed ultima terrazza, quella "della Cortina",
che costituiva invece il "santuario superiore".
L'area è delimitata su tre lati da un doppio portico
di colonne corinzie; il lato meridionale invece è aperto,
in direzione del complesso sottostante. La parte centrale
della terrazza è occupata a nord dalla cavea di un
teatro ,
conclusa in alto da un portico a doppia fila di colonne. Il
teatro, come detto precedentemente, costituiva un elemento
fondamentale e ricorrente nella tipologia tardo-repubblicana
dei santuari laziali. Al di sopra del teatro era il tempio
di cui restano solo i muri di fondazione. E' questo il luogo
sacro dove, secondo Cicerone, l'olivo avrebbe trasudato miele;
qui era l'altra statua di culto della Fortuna, ricordata da
Plinio, che rappresentava l'aspetto giovanile e guerriero
della dea in contrapposizione a quello materno del santuario
inferiore. Secondo una cronaca medievale ed alcuni disegni
rinascimentali, doveva trattarsi di una struttura circolare,
priva di colonnato esterno, e allo stesso livello del portico
che delimitava la cavea del teatro.