Il Castello Colonna, situato a nord del paese di Genazzano, si erge su una collina tufacea da cui sembra sorvegliare tutto l'abitato ai suoi piedi.
La nobile famiglia dei Colonna lo trasformò da fortezza in splendido palazzo residenziale grazie all'apporto di svariati artisti e architetti nel corso del tempo mettendo mano ad ampliamenti, trasformazioni, opere di abbellimento, che trasformarono il Castello da semplice fortezza difensiva a residenza padronale di grande rilievo artistico e architettonico.
Per capire come fosse in origine possiamo osservarlo riprodotto nell'affresco del S.S. Crocifisso venerato nella locale chiesa di S.Maria. Il pittore lo ha disegnato fedelmente insieme ad altre costruzioni caratteristiche locali: un gran masso di forma quadrata che si eleva nel punto più alto della collina tufacea di Genazzano, ben difeso da vallati profondi e da contrafforti funzionanti da bastioni che delimitano una vasta platea o piazza ai cui quattro angoli si innalzano altrettante torri quadrilatere.
In detta piazza, quasi inaccessibile, si radunavano molti uomini a difesa, mentre le torri venivano sfruttate anche come abitazioni, caserme, uffici e granai. In caso di attacco i locali si rifugiavano all'interno delle mura del castello (nel XVIII secolo però, a causa della costruzione della balaustra a sud del cortile, non venne più permesso l'accesso).
Della sua esistenza si parla in un documento datato 10 agosto 1022 ed è un atto di donazione per l'abbazia di Subiaco: lo "scrinarius Benedictus civitatis Prenestine" inserito nel regesto sublancense con il quale Giovanni di Pier Domenico "habitatores in castellum Genazzano" dona alla badia di Subiaco i fondi del castello di "Silva major di Genazzano".
Nel 1053 il feudo di Genazzano passò alla famiglia Colonna, in particolare a Oddone Colonna e a suo cugino Gregorio, che iniziarono a realizzare la rocca difensiva nella zona più a nord e più elevata della collina tufacea ove all'interno, in prossimità del castello, furono costruite le prime abitazioni.
Intorno al 1227 fu eretto il primo nucleo edilizio destinandolo ad essere un avamposto difensivo sfruttandone la posizione e dotandolo di due torri per meglio difenderlo da eventuali attacchi. Si sfruttarono infatti le scarpate rocciose naturali e l'altura della collina che permetteva di controllare l'intero territorio circostante.
Il primo nucleo della fortezza era la parte attualmente seminterrata dell'ala orientale del castello, caratterizzata da capitelli con figurazioni geometriche, volte a crociera eseguite con piccoli conci in pietra di fattura medioevale, insieme con le torri diagonali. La vecchia torre posta all'angolo nord-est, metteva in comunicazione il castello con la strada che, ai piedi della rocca, ricalcava il percorso dell'antica via Claudia.
Fino a tutto il XIV sec. il castello fu ampliato nel lato nord come attestano a piano terra, la pavimentazione di grosse lastre regolari di pietra, i pilastri e gli archi ribassati ( in conci squadrati di pietra, inglobati nella parte risparmiata dal bombardamento della seconda guerra mondiale), il locale delle riserve alimentari ( con giara affogata nel pavimento, al primo piano, affiorante sotto lo strato d'intonaco), il portale "aragonese" in pietra lavorato, simile a quelli della casa Apolloni sita fuori la rocca.
Un importante apporto a modificare il vecchio castello fu dato da Oddone Colonna, nato a Genazzano alla fine del XIV sec. e salito al trono pontificio nel 1417 con il nome di Martino V. Costui fece restaurare la parte ovest del castello per adibirla a sua residenza"palazzo del Signore" trasformando la vecchia fortificazione medievale nello splendido Castello Colonna. Fece demolire, accanto alla preesistente architettura militare, parte della struttura originaria lasciando solo quella detta "il castelluccio", a disposizione dei suoi ministri, ed edificando uno splendido palazzo, ubicato a ovest, progettato simmetrico e proporzionato, a pianta rettangolare e con aperture esterne incorniciate in marmo.
Qui Il primo agosto 1426 Martino V, nella sala principale del suo nuovo Palazzo, alla presenza dei Cardinali, ricevette Antonio da Collerio, ambasciatore del Conte Giovanni d'Armagnac, il quale abiurò lo scisma. Da ciò si evince che la residenza era già ultimata nel 1426 ed era una perfetta mescolanza, come dice l'Alberti, di armonia tra le proporzioni dell'architettura e la fortezza preesistente. Residenza e fortezza avevano assunto una configurazione ad "U" aperta verso la città divenendo così un luogo destinato a cerimonie e parate, un'estensione del Palazzo, un cortile d'onore, dove la fontana ottagonale, ornata da teste di satiri, ed il pozzo ne sono l'arredo.
Nel 1436 il possesso del castello passò nelle mani del pontefice Eugenio IV (appartenente ai Condulmer, una famiglia popolare ma assai influente grazie alle ricchezze accumulate con i commerci) e solo nel 1447 tornò ai Colonna.
L'11 gennaio 1447 Antonella Cantelmi Colonna, moglie del principe Antonio, dettò testamento nel palazzo di Genazzano, nella stanza detta "la camera dello Papa".
I Colonna ne ripersero il possesso il 30 luglio del 1501 quando Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) lo sottrasse loro per assegnarlo, il 17 settembre dello stesso anno, a suo figlio Giovanni, Il Valentino. Quest'ultimo, pur non stabilendosi nel castello, fece eseguire alcune opere di fortificazione, sopraelevando la parte orientale della zona medioevale seminterrata, rafforzando i pilastri, gli archi e le volte realizzate in concrezione. Lasciò così la propria impronta nella cosiddetta "ala borgiana" in cui dominano elementi in travertino che fanno netto contrasto alle cornici in marmo delle finestre, i camini e i sedili in marmo delle sale di rappresentanza.
I Colonna ne tornarono in possesso nel 1503 alla morte di Papa Alessandro VI; il feudo fu assegnato a Pompeo Colonna, il quale, essendo in corso i lavori di ampliamento del castello, avendo forse chiamato il Bramante a Genazzano, gli commissionò la sistemazione del portico nel cortile. Forse committente del Ninfeo, sistemò il secondo livello del portico nel cortile caratterizzandolo con archi a tutto sesto, capitelli e basi in stile dorico. Il secondo livello del portico è infatti tipicamente cinquecentesco con i suoi archi a tutto sesto, i capitelli e basi in stile dorico (il terzo livello fu aggiunto nel 1639 dal Cardinale Girolamo Colonna).
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