Chiesa parrocchiale di S.Stefano protomartire e convento degli Agostiniani eremitani

Una prima chiesa, sita nel Campo a Cave e dedicata al primo martire cristiano, fu edificata dai benedettini. Ad essa era annesso un piccolo convento. Partito tale ordine religioso, che qui operò fino al secolo XI quando abbandonò Cave essendosi inimicato Ugo Candido, vescovo scismatico di Palestrina nominato dall'antipapa Clemente III, fu il clero secolare ad officiare in questo luogo di culto. Anche negli Atti della Visita Pastorale del cardinale Spinelli (1754) si fa menzione dell'esistenza sin dal 1125 di una chiesa consacrata ai santi martiri Stefano e Sabino, detta "Santo Stefano vecchio" con annesso un piccolo monastero. femminile facente capo a quello di San Ciriaco di Roma.
Successivamente, per donazione o per acquisto, la chiesa e il convento divennero di proprietà dei padri eremitani di S. Agostino, stanziati inizialmente a Genazzano. Fu Mascia Annibaldi, sposando un Colonna, a volere che la chiesa di Santo Stefano divenisse la principale di Cave per cui concesse il suo diritto di iuspatronato ai Padri Agostiniani (detti Eremitani).
Il Vicario generale della diocesi prenestina, Antonio de Collaratiis, mutò la qualifica della chiesa da "secolare" in "regolare" concedendo così agli Agostiniani tutti i diritti e i doveri connessi.


Ingrandisce foto Chiesa di S.Stefano

Solo nel 1430 (XIII anno del suo pontificato) papa Martino V (Oddone Colonna), signore di Cave, permise ai frati di costruire una nuova chiesa più idonea dentro il centro abitato, essendo quella vecchia di Santo Stefano "extra muros" e l'annesso convento della contrada Campo troppo lontani dall'abitato e mal protetti dalle scorrerie di popolazioni barbare. Il nuovo luogo di culto fu finanziato con la vendita dei beni spettanti alla vecchia chiesa di S. Stefano, alla cappelle di Sant'Angelo Inferiore e Sant'Angelo Superiore e al Casale di S. Sabino. Così nel borgo sorse la chiesa di Santo Stefano nuovo realizzata ristrutturando una cappella donata ai padri agostiniani dalla già citata Mascia Annibaldi, cognata del papa.
La nobildonna donò anche un palazzo adiacente alla cappella che i padri trasformarono in convento. Edificati la nuova Chiesa/parrocchia e il nuovo Convento, gli Agostiniani vi si trasferirono confermati da papa Sisto IV il 15 maggio 1453.

Santo Stefano nuovo si fregiò del titolo di chiesa principale del paese fino al 1572 anno in cui il titolo passò alla chiesa di Santa Maria Assunta.
Nella seconda metà del Settecento però la chiesa di S.Stefano nuovo risultò non più idonea a contenere i fedeli per cui si decise di edificare, sulla chiesa voluta da Martino V, un grande luogo di culto (avente la facciata rivolta verso il borgo) sul progetto dell'architetto Fagiolo, allievo del celebre Luigi Vanvitelli. Il fratello laico Agostino Visconti diresse i lavori che iniziati nel 1768 si conclusero nel 1793.


Ingrandisce foto Chiesa di S.Stefano

Nel 1870 divenendo Roma capitale del Regno d'Italia e non esistendo più lo Stato Pontificio, la chiesa e il convento di S. Stefano furono incamerati dallo Stato. La chiesa superiore e l'oratorio inferiore è tuttora del Ministero degli Interni.
Il 13 giugno 1953 i Padri Agostiniani lasciarono definitivamente parrocchia e convento. È da allora il clero secolare di Palestrina a mandare avanti la parrocchia. A partire dagli anni Sessanta del XX sec. furono eseguiti diversi lavori finanziati con l'alienazione del coro ligneo, del pulpito, di paramenti, candelieri, arredi sacri antichi, confessionali e stazioni della via crucis. Sotto la chiesa è l'antico Oratorio del SS. Crocifisso ornato di stucchi e affreschi. Questa aula sacra sotterranea, citata anche negli Atti della visita pastorale del Card. Spada (1660) dove si venerava l'immagine di Cristo Crocifisso, era la sede della Società (Confraternita) del Crocifisso.

Inizialmente era più vasta poiché al suo interno sono stati edificati muri di sostegno per la settecentesca chiesa superiore. Scioltasi detta Confraternita, l'oratorio è stato abbandonato; oggi, oltre ad essere poco stabile, vede compromesso il ciclo di affreschi del catino absidale. Attribuiti a Marcantonio Dal Forno il Giovane, vertono tutti sulla Passione di Cristo.
Infine il campanile, che fiancheggia la chiesa, custodisce le tre campane più antiche di Cave. Una fu costruita nel 1616 per volontà dell'agostiniano fra Felice per onorare S. Stefano; un'altra, la più piccola, è del 1652 e ha impressa l'immagine della Madonna del Buon Consiglio, patrona dell'Ordine Agostiniano; la terza campana ha invece impresse le figure di Sant'Agostino (di cui gli Agostiniani osservano la Regola) e di san Lorenzo, patrono della città.

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