la mattina del 7 giugno 1944 alle ore 9,30 il generale francese Juin entrò con i suoi uomini a Tivoli accolto da Ignazio Missoni, capo del CLN della città.
Il quadro della Madonna delle Grazie fu riportato nella chiesa di S. Maria Maggiore e collocato al suo posto sull’antare principale nello stesso pomeriggio del 7 giugno.
La liberazione fu per i Tiburtini la fine di un incubo che aveva avuto momenti drammatici in più di un’occasione. La mattinata del 5 giugno i tedeschi avevano avuto ordine di minare la galleria vicinissima alla stazione ferroviaria di Tivoli (così come anche altre gallerie ferroviarie limitrofe in cui si erano rifugiati ca. tremila senzatetto); tale ordine era stato revocato solo grazie all’intercessione di don Angelo Candidi presso il comandante tedesco.
Altro momento di grande angoscia e dolore era stata la fucilazione (6 giugno) nella tenuta Fraschetti sulla via Empolitana di sette tiburtini, due siciliani e due castellani ad opera dei tedeschi in ritirata. Quasi in contemporanea ai Colli di Santo Stefano erano stati fucilati dalle SS tre altri tiburtini che stavano andando incontro agli alleati per affrettarne l’ingresso in Tivoli; altri quattro giovani erano stati passati per le armi in diverse località del territorio tiburtino.
Per questi tristi avvenimenti, nel lontano 30 ottobre 1960, alla cittą di Tivoli venne attribuita la medaglia d'argento al valore civile (presente da quel giorno sul gonfalone della cittą) con la seguente motivazione "Sopportava con fermezza numerosi e violenti bombardamenti, nel corso dei quali perdevano la vita centinaia di suoi cittadini, mantenendo intatta la sua fede nei destini della Patria", come riportato nell'attestato di conferimento della Medaglia d'argento, firmato il 21 settembre 1960, numero di protocollo 3012.
La cerimonia si svolse al Teatro Italia con grande commozione e partecipazione non solo nel pubblico in sala ma nella cittą intera.
Presenti, oltre ad autoritą civili e religiose, a reduci di guerra, a famiglie di caduti, a capi d'Istituto, il Commissario comm. Gaetano Barbagallo (subentrato al dr. Ugo Vece, l'on. Prof. Alberto Folchi (allora Ministro del Turismo e Spettacolo), il Senatore avvocato Vincenzo Menghi, il prefetto della Provincia.