Il progetto di Adriano: la costruzione della sua dimora preferita

Villa Adriana risulta essere la più grande villa mai appartenuta ad un imperatore romano, testimonianza dello straordinario livello di abilità raggiunto dall'architettura romana. Con un perimetro di 3 Km occupava un'area di almeno 120 ettari, in parte costruiti, in parte sistemati a giardino, non tutti riportati alla luce. La Villa sorge sul luogo di una precedente villa repubblicana (fine II sec. - inizio I secolo a.C.), portata in dote all'imperatore Adriano dalla moglie Vibia Sabina e divenendo il cuore della residenza imperiale. Quest'ultima presenta l'aspetto di una vera città con giardini, piscine, fontane, ninfei, portici, bagni caldi e freddi, palestre, un ippodromo, uno stadio, teatri, basiliche e templi, oltre alle caserme dei vigili del fuoco e delle guardie imperiali, alloggi per impiegati e per il personale di servizio, edifici più sontuosi per gli ospiti di riguardo ed altri di rappresentanza per uso esclusivo della corte e dell'imperatore.


Ingrandisce foto Il plastico della Villa

Tornando alla villa repubblicana si deve dire che le sue più antiche strutture sono in opera incerta e risalgono al periodo finale del II sec. a.C. mentre gli ampliamenti successivi o rifacimenti sono databili prima metà del I sec a.C. e sono in opera reticolata. Nel pianterreno è ricavato un criptoportico rettangolare al quale si accedeva per mezzo di scale dal piano superiore, esso sarebbe stato pavimentato in mosaico nella seconda fase quando si aggiunse un secondo criptoportico.

Dal lato opposto a N.-O. oltre un'area vuota, era collocato un ninfeo, con sette nicchie; molto complessa era l'architettura del primo piano molto rimaneggiato sotto Adriano: vi si trovano la biblioteca di Adriano (un ambiente quadrato), un'aula basilicale a tre navate, che ricorda la basilica della Domus Flavia sul Palatino, forse destinata alle riunioni. La Villa si estende alle pendici dei colli tiburtini, una zona che fin dall'epoca repubblicana era considerata luogo di villeggiatura, tanto che vi costruirono le loro ville, fra gli altri, Cesare, Catullo, Orazio e Mecenate.


Ingrandisce foto Entrata al Palazzo d'Oro

Nata dall'ingegno multiforme e versatile dell'imperatore Adriano, fu realizzata in due fasi successive dal 118 al 133 d. C. e non in tre fasi come sosteneva il Bloch basando la sua tesi sullo studio dei bolli dei mattoni utilizzati nella costruzione dei vari edifici. Le due fasi edilizie e gli edifici relativi possono essere cosi sintetizzati:

- I° fase (118 -125): Biblioteche; complesso settentrionale del Palazzo orientale (Basilica, Biblioteca); Cortile delle Biblioteche; Ospitali e edificio annesso; Giardino a sud-est del Palazzo (padiglione a nord-est della Piazza d'Oro); Terme con eliocamino; Teatro marittimo; Stadio con costruzioni annesse; Caserme dei Vigili; Grandi Terme. I lavori furono portati avanti soprattutto tra il 118 ed il 121.

- II fase (125 -133): Piccole Terme; Complesso centrale del Palazzo orientale; Palazzo occidentale; Torre di Roccabruna; Piazza d'Oro; Pretorio, Vestibolo;Cento Camerelle e Pecile; Padiglione verso Tempe; Canopo; Cortile a est dello Stadio. Approfittando della presenza di Adriano in Italia i lavori ripresero alacremente soprattutto tra il 125 ed il 128.

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