Alla morte del conte Giuseppe Fede, i terreni di Villa Adriana, ad eccezione dei terreni dei Gesuiti nella zona della Rocca Bruna, furono ereditati dal conte Giovanni Battista Centini, tutore e curatore del figlio, Felice Fede. Sotto il Centini, grazie all'iniziativa del cardinale Mario Marefoschi, fu effettuato nella Villa di Adriano l'ultimo importante scavo del XVII secolo.
Durante la campagna di scavi, durata ben 11 anni, dal 1779 al 1790, furono riportati alla luce pregevoli sculture tra cui ricordiamo una statua di Endiminiome dormiente (rinvenuta nel 1783 presso le
Cento Camerelle, oggi custodita al Museo Nazionale di Stoccolma); una statua di Hermes che si allaccia il sandalo, il celebre Eracle della collezione Lansdowne di Londra (rinvenuto nel 1790 ed esposto oggi al Paul Getty Museum di Malibł) e i due Discoboli (rinvenuti nel 1791 presso l'area del Casino Fede, esposti uno al British Museum e l'altro ai Musei Vaticani).
Nella zona del Palazzo imperiale furono inoltre trovati diversi mosaici colorati caratterizzati da pietre piccolissime (i cosidetti vermiculata), fra cui quelle della lotta fra centauri e belve, e altri raffiguranti maschere teatrali e scene bucoliche. Tutti questi mosaici furono portati ai Musei Vaticani per volere del Pontefice Pio IX. In particolare quattro piccoli riquadri di cui tre raffiguranti maschere teatrali e uno una scena bucolica, furono inseriti al centro del pavimento di una stanza che, proprio dai mosaici, prese il nome di Gabinetto delle Maschere, mentre nella vicina Sala degli Animali fu posizionato un altro mosaico a colori con scene campestri.
I due mosaici bucolici sono molto simili: in uno, quelle della Sala degli Animali, sono raffigurate delle capre che pascolano nei pressi di un ruscello, sorvegliate da una divinitą in piedi vicino una tabella votiva; nell'altro, quello del Gabinetto delle Maschere, abbiamo capre e pecore che pascolano nei pressi di un ruscello sotto lo sguardo attento di una divinitą seduta (forse Cerere, la dea dei campi).
Gli altri tre mosaici presenti nel Gabinetto delle Maschere sono invece caratterizzati, come detto, dalla presenza di maschere teatrali della commedia, tragedia e dramma. In uno, vicino alla maschera scenica coronata di alloro, sono presenti gli attributi tipici del dio Apollo la lira e la faretra con arco e frecce. Un altro presenta invece, accanto alla maschera, gli attributi del dio Dioniso, kantharos (una coppa per bere), tirso (un lungo bastone con una pigna in cima, coronato di edera e di pampini), leopardo (animale sacro al dio). Il terzo mosaico presenta invece quattro maschere teatrali e strumenti musicali.
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