I Gesuiti la chiamavano “Chiesa Nuova”, i tiburtini “Chiesa di Padre Michele”, l’iscrizione la voleva come “Chiesa del Nome di Maria” essendo dedicata al Nome della Vergine Maria.
La chiesa era situata nella panoramica strada di Pomata, sulla sinistra provenendo da Tivoli subito dopo la prima curva che si incontra. Oggi i suoi resti sono stati restaurati ed inglobati in una costruzione privata. Più che una chiesa vera e propria si può parlare di una piccola chiesa di campagna circondata da ulivi secolari e costituita da un unico locale; ad erigerla fu un gesuita nel lontano 1694, un certo padre Michele Sardelli.
Come attesta l’iscrizione fu dedicata al Nome di Maria; il gesuita scelse di erigere la chiesetta nella strada di Pomata perché in passato tale via era molto frequentata sia da coloro che dovevano recarsi a S.Gregorio, Casape e Poli sia perché permetteva la passeggiata dei tiburtini che con le loro carrozze la percorrevano, ammirando il panorama della sottostante pianura romana, fino alla ”Girata delle carrozze” realizzata per il giubileo del 1750.
La chiesetta esteticamente molto rustica in quanto realizzata con pietre irregolari nei muri perimetrali, dipendeva dalla Chiesa del Noviziato di Roma. In occasione della ricorrenza liturgica del Nome di Maria (8 settembre) il popolo tiburtino con devozione vi affluiva per assistere alla celebrazione della solenne messa.
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