Anche in questo caso l'età del monumento è riconducibile al tempo di Adriano essendo realizzato in uno stile tipico dell'età dell'imperatore spagnolo. La pietra usata per l'ara non è il travertino ma il marmo che chiaramente più si presta ad una simile lavorazione scultorea. L'altorilievo oggi non è integro essendo stato in parte manomesso nel 1556-57 da un milite del Duca d'Alba in occasione del conflitto scoppiato tra il re di Spagna, Filippo II, ed il pontefice Paolo IV.
Le teste infatti del cavallo e del cavaliere furono trafugate dal predetto soldato. Come doveva presentarsi l'altorilievo è facile dedurlo consultando il disegno del Ligorio: un cavaliere appiedato e svestito conduceva per le redini un cavallo mentre più indietro seguiva il gruppo un uomo con la toga. Nella scultura, secondo il disegno pervenutoci, compariva anche la testa di un altro personaggio inserito tra i due uomini citati.
Si è
voluto da parte di alcuni identificare il cavaliere appiedato
con Adriano ma è poco probabile; secondo altri sarebbe
invece un Dioscuro (figli di Zeus) mentre secondo altri il
morto qui sepolto e divinizzato.
Il bassorilievo di uno dei sepolcri scomparsi in cui appare
scolpito un leone fu portato a Palazzo Barberini.