Le origini di Vicovaro

Vicovaro fu città degli Equi (l’antica Varia) conquistata da Roma; fu forse l’insediamento fortificato più importante tra quelli sotto la Repubblica. Di tale fortificazione è testimonianza la cinta muraria in opera quadrata che delimita il paese ma che appare ben conservata in prossimità della Porta di Sotto e lungo la sottostante Via Valeria.

In seguito alla divisione di Augusto, l’antica Varia entrò nel numero delle città latine per essere poi, con la divisione dell’imperatore Adriano, annoverata nella provincia Valeria. La presenza romana è testimoniata dalle numerose rovine di ville rustiche e residenziali, da fortificazioni, da monumenti funebri di età repubblicana ed imperiale di cui il territorio vicovarese è costellato.

Vicovaro
Ingrandisce foto Sarcofago romano ad uso fontana

Nel medioevo le popolazioni di queste zone (e non solo) vissero la tremenda esperienza delle devastazioni e degli stermini operate dalla discesa dei barbari guidati nel 545 da Totila, nel 589 da Autari e da Agilulfo. Ci sono pervenute dettagliate descrizioni di ciò che avvenne grazie a storici d’eccezione quali Paolo Diacono, che ci ha lasciato una dettagliata descrizione nella sua storia sui Longobardi, ed il grande Pontefice San Gregorio Magno, figlio di Santa Silvia, il cui nome è tanto legato al paesino di San Gregorio da Sassola.

Con la discesa dei Longobardi l’Italia rimase divisa in due parti: una la Langobardia sotto gli invasori e l’altra la Romania sotto i Romani-Bizantini. Se tali invasioni furono un micidiale colpo per le popolazioni ben più grave fu la successiva scorreria dei Saraceni, che non solo devastavano le coste ma si spingevano persino nell’entroterra risalendo dal mare attraverso la foce dei fiumi. Siamo nel IX sec. al tempo del pontificato di Gregorio IV prima e di Giovanni VIII poi.

Vicovaro
Ingrandisce foto Porta di sotto e mura ciclopiche

I Saraceni depredavano, violentavano le donne, uccidevano o facevano prigionieri, per vederli come schiavi o per chiederne il riscatto, i cristiani da loro detti “gli infedeli”.
Solo ai primi del X sec. finalmente essi furono fermati dalle truppe al servizio di papa Giovanni X prima a Campagnano e poi a San Cosimato (secondo una leggenda i corpi dei saraceni uccisi furono sepolti nelle grotte sottostanti il convento di S.Cosimato).

Nel X sec. iniziò anche la decadenza politica ed economica, essendo morto Alberico (figlio di Marozia e fratello di Giovanni XI), dell’abbazia dei Santi Cosma e Damiano (alias il convento di S.Cosimato) e di ciò approfittarono i potenti signorotti confinanti tra cui la consorteria dei Crescenzi Ottaviani. Quest’ultimi si erano dati molto da fare ed erano riusciti a rosicchiare, impossessandosene, di alcune proprietà terriere dell’Abbazia di Farfa (in genere molto appoggiata dalla potente Tivoli che invece era sempre in conflitto con l’Abbazia sublacense) e del Sacro Speco a Subiaco.

Proprio all’XI sec. si suppone che sulla cittadella di Varia, col favore dei Crescenzi-Ottaviani, si dette il via all’incastellamento di Vicovaro.
Il fenomeno dell’incastellamento è tipico del Medioevo: nei punti strategici sulle alture, si elevavano castelli onde controllare la valle.

Il nome “Vicovaro” compare per la prima volta in un documento del 1140 in cui si ricorda che i Tiburtini si erano impossessati del “Monasterium S. Cosmati situm in valle tibertina” proprio per la sua posizione strategica; essendo stati sconfitti a Quintiliolo il 7 luglio 1143, i Tiburtini restituirono al Pontefice Innocenzo II non solo il “Monasterium” in questione ma anche altri territori di cui si erano impossessati. Proprio a questo periodo sembra che si possa collocare l’edificazione dell’edificio a pianta quadrata (un tempo fortilizio) non lontano dalla chiesa del SS.Salvatore.

Ma nel Medioevo c’era anche un’altra consuetudine da rispettare: il pontefice in carica con ogni mezzo aiutava i membri della propria famiglia dando loro poteri e ricchezze. Tale pratica è nota come “nepotismo”. Anche Celestino III (siamo alla fine del XII sec.) non fu da meno e concesse ai suoi familiari Orsini vari territori fra cui Vicovaro.

Nei dintorni

Approfondimenti

    Le guide di Tibursuperbum

    Con il patrocinio del Comune di Tivoli, Assessorato al Turismo

    Patrocinio Comune di Tivoli

    Assessorato al Turismo