Da questa posizione eccellente e strategica dominavano la sottostante Valle dell’Aniene percorsa da chi, provenendo da Nord, voleva dirigersi a Roma per affari o per fede; in un attimo, guidati dal loro capo Almonte, scendevano dal paese ed attaccavano depredandoli gli sventurati che transitavano nel fondovalle. Tale saccheggio durò un trentennio; poi i Saraceni nel 915 furono sconfitti dalle truppe alleate del pontefice Giovanni X, del Duca di Gaeta, dal duca di Napoli nonché dal Duca di Spoleto.
Nell’XI sec. Saracinesco fu totalmente cristianizzato; alcuni documenti ne attestano la proprietà al Sacro Speco (Abbazia sublacense) ma già nel XII sec. era passato sotto i signori di Poli. Furono i discendenti di questi Saraceni a costruire nel XIII sec. il maniero, di cui rimangono pochi resti; esso appartenne durante il Medioevo agli Orsini.
Il Viola, in "Storia di Tivoli dalla sua origine fino al secolo XVII", riferisce che nel 1382 gli Orsini cedettero a Tivoli Saracinesco, a seguito della sconfitta subita a Tagliacozzo nel 1381. Tuttavia, dato che sul castello vi erano le mire di Rinaldo di Buzio Orsini, signore di Monterotondo, nacque una disputa che si concluse con l'accordo di un pagamento da parte dei tiburtini di 3.700 fiorino d'oro in due anni. "Il pagamento della prima rata si fece con puntualità, ma nella seconda scadenza, trovandosi esausto il pubblico erario, la Comune deliberò di alienare questo bene, il quale fu comprato da Jacopo, ed Antonio Cocanari nello anno 1391."
L’essere un paese di fondazione araba si evince dalla struttura urbanistica tipica orientale ma anche dai caratteri somatici degli abitanti (statura alta, occhi neri, incarnato tipico) che nel XIX e XX sec. furono ritratti come modelli dai numerosi pittori che visitavano la Valle dell’Aniene.