Tarquinio Santacroce (figlio naturale del cardinale) vendette il feudo di San Gregorio al Duca di Poli Lotario II Conti che si comportò in maniera paterna. Da costui fu poi venduto nel 1631 a Taddeo Barberini, nipote di Urbano VIII ed infine acquistato dal Cardinale Pio di Savoia nel 1655. Costui ripopolò il paese spopolato dalla peste, provvide alla costruzione del Borgo Pio ed alla nuova edificazione del convento con relativa chiesa di Santa Maria Nuova.
Il Settecento fu per San Gregorio il vero secolo dell'illuminismo dei poveri che riuscrirono a riscattarsi dalla sopraffazione dei ricchi. Venne anche abolito il diritto delle ricadenze mentre il Comune incontrava difficoltà a far funzionare la scuola elementare comunale mancando i finanziamenti.
La
rivoluzione francese ebbe contraccolpi anche in San Gregorio;
con la proclamazione della Repubblica romana nel 1798 anche
San Gregorio fu proclamato municipio libero.
La Repubblica romano-francese sfruttò San Gregorio
come fece nello Stato pontificio e in Italia in genere.
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