Il Cardinale Camillo Astalli decise di realizzarla nel XVII sec. motivato da due motivi: il primo impellente e quanto mai doveroso (fornire acqua potabile alla popolazione) il secondo ornamentale. La fontana è stata restaurata e riportata all’antico splendore; il visitatore, che sta per uscire dall’antica porta di cinta, può ammirarla stagliata sullo sfondo del paesaggio circostante ed incorniciata dall’arco della predetta porta.
L’acqua potabile proviene dalla sorgente delle “Vigne”. La fontana fu poi restaurata da Tiberio Astalli; da notare al centro il corpo a due vasche circolari che sono unite dalla finta roccia ricoperta da muschi e felci. Due vasconi rettangolari laterali, in cui sono cannelle per permettere di bere, fungevano in passato da abbeveratoi per gli animali.
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