Palazzo Colonna (dall'edificazione al XVIII secolo)

Edificato verso la prima metà del XVI secolo è uno degli edifici più belli e interessanti di Marino. Situato nel centro storico della città, fu prima distrutto nel 1944, durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e poi ricostruito nel 1958. Oggi è sede del Municipio di Marino.
Sorge sull'area dove, in origine, era la Rocca Orsini databile alla fine del XIII o all'inizio del XIV secolo, giacché, per la forte anarchia feudale (in concomitanza dello Scisma d'Oriente) e per l'indebolimento del potere pontificio, il feudo di Marino era preso molte d'assalto da diversi eserciti per cui già da tempo era stata edificata una rocca più resistente agli assedi rispetto alla vecchia rocca dei Frangipane, situata nel punto più alto del castello, ovvero presso l'attuale Piazza Giacomo Matteotti.
Il feudo di Marino divenne dei Colonna nel 1217 per la somma di 12.000 fiorini; al soglio pontificio era asceso Oddone Colonna col nome di Martino V. Detto papa nel 1423 giunse a Marino, al capezzale del fratello Giordano moribondo nella rocca Orsini, ormai diventata Colonna. Quando finalmente iniziò un periodo di distensione nei territori laziali, Ascanio I Colonna, fratello di Vittoria Colonna, rinnovò urbanisticamente il feudo seguendo i Farnese che stavano rinnovando Caprarola (in provincia di Viterbo). Ascanio Colonna, nel 1532, iniziò a trasformare la vecchia Rocca Orsini in palazzo nobiliare di famiglia affidando il compito ad Antonio da Sangallo il Giovane col fine di inglobare l'antico castello medievale ma, per sopraggiunti motivi bellici (le difficoltà a cui andò incontrò Ascanio sotto il pontificato di papa Paolo III), i lavori furono sospesi.


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Il progetto del palazzo si articolava su una pianta quadrangolare dominata ai vertici da quattro torrioni quadrangolari anch'essi, in sostanza una fortezza rispettando l'originaria funzione dell'edificio preesistente. Ma Ascanio concepì anche il rettifilo che dalla via Castrimeniense (principale arteria di collegamento con Roma) conduceva direttamente alla residenza baronale in costruzione, attraverso lo sventramento dell'attuale Via Roma attraverso il quartiere alto-medioevale del rione Castelletto. Fuori dalle mura venne realizzata la prima parte dei Giardini Colonna (giardini di Palazzo), un tempo area verde extra-urbana (oggi completamente edificata con la nascita del quartiere Borgo Garibaldi). Tutte queste innovazioni urbanistiche furono messe in cantiere essendo l'imperatore Carlo V (suocero di Ascanio Colonna in quanto padre di sua moglie Giovanna d'Aragona) in visita a Roma.

I lavori del Palazzo furono ripresi nel 1555, sotto Marcantonio Colonna (celebre ammiraglio della flotta pontificia nella battaglia di Lepanto (1571); la sua signoria durò dal 1554 al 1584) con un nuovo progetto del Vignola. Dopo la partenza di Marcantonio Colonna per Palermo come vicerè di Sicilia (1577), i lavori urbanistici nel feudo di Marino furono seguiti dal suo successore, il cardinale Ascanio II Colonna, intorno al 1584, tanto inviso alla popolazione per i suoi atteggiamenti autoritari e dispotici. Fu ampliato il complesso privato dei Giardini Colonna abbelliti con statue e fontane e con le volte affrescate del Casino; fu realizzata una nuova area di verde baronale presso il bosco Ferentano, il Barco Colonna e fu completata la parte del palazzo già posta in opera. Si provvide a costruire le mura del cortile interno ed i locali con affaccio sul fronte orientale.
L'imponente edificio venne costruito quindi in varie riprese fino al 1620; per realizzarlo, oltre il citato Antonio da Sangallo il Giovane, vi lavorarono anche Girolamo Rainaldi e, secondo la tradizione, anche il Bramante.


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Nella prima metà del XVII secolo, infatti, sotto il dominio di Filippo I Colonna e sotto suo figlio, il cardinale Girolamo Colonna, si registrò un grande fervore edilizio nel feudo. L'architetto Antonio Del Grande fu chiamato a Marino per progettare la basilica collegiata di San Barnaba , edificata tra il 1640 e il 1662. Nell'attuale piazza Lepanto inoltre fu collocato infatti il monumento-simbolo della città: la fontana dei Quattro Mori, realizzata dallo scultore Pompeo Castiglia.

I lavori per il Palazzo furono da Filippo I affidati all'architetto che provvide a far sistemare la torre quadrangolare al centro del cortile interno, sulla quale ancor oggi è apposto lo stemma dei Colonna- Tomacelli. Si ipotizza che tra il 1619 ed il 1622 fu definita la scala a chiocciola che conduce dall'atrio al pian terreno al piano nobile Col tempo le sale interne, decorate dai dipinti dei fratelli Zuccari, si arricchirono di un'ingente collezione di quadri, molti dei quali furono poi ceduti alla galleria del Palazzo Colonna di Roma, mentre altri furono venduti. Altri affreschi nelle sale di rappresentanza vennero eseguiti attorno al 1635 su commissione del principe Filippo.

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