Il 19 agosto è dedicato alla festa della "Panarda": essa prevede una serie di gare gastronomiche popolari disputate fra i quattro rioni di Ciciliano. Come è nata questa festa ? E' attestato in un documento del lontano 1657 che un certo Pietro Paolo Serafini, obbedendo ad una tradizione della sua famiglia, distribuiva una minestra di fave onde tener fede al voto fatto a Sant'Antonio Abate da un suo antenato. Si racconta infatti che in passato una donna, appartenente alla famiglia Serafini, lasciò incustodita una bimba in fasce nella culla per allontanarsi onde attingere l'acqua alla fontana; ma, mentre stava tornando a casa, si imbatté in un lupo e con raccapriccio si accorse che l'animale portava in bocca qualcosa: la piccina. La povera donna allora invocò Sant'Antonio e il lupo, per intercessione del Santo, aprì la bocca e lasciò la presa: la piccina era salva.
Per
riconoscenza al voto esaudito la donna promise che lei ed
i suoi discendenti avrebbero offerto del cibo gratuito e collettivo
nella ricorrenza del miracolo.
Tradizionale è quindi
a Ciciliano l'usanza della "Panarda" (termine
che etimologicamente deriverebbe dal termine "pan"
significante abbondanza). Essa tuttavia non è un'esclusività
di questo paese in quanto consiste in una celebrazione
comunitaria che possiamo rintracciare in molti altri centri
urbani. In pratica non è altro che un banchetto
rituale collettivo che viene organizzato e realizzato
ogni anno sempre nello stesso periodo.
E' palese l'origine arcaica e propiziatoria di questo rituale mangiare collettivo: vengono in mente infatti le "Agapi" cioé i banchetti festivi che avevano luogo nelle comunità di campagna quando il Cristianesimo muoveva i primi passi ma che in seguito (VII sec.) furono proibiti dalla Chiesa a partire dal VII secolo. L'usanza della Panarda allora si trasferì dall'ambiente pubblico a quello privato vale a dire all'interno delle famiglie che si riunivano e si riuniscono in occasione di questa o quella festa; infatti, ancora oggi a Ciciliano, in occasione delle feste che cadono in agosto, in ogni casa le massaie preparano (molto più che per Natale o Pasqua) notevoli quantità e varietà di cibi puntualmente consumati. La Panarda però non è solo mangiare insieme ma è anche ballare e divertirsi insieme.
Questa festa era organizzata anticamente dalla confraternita del "Santissimo Sacramento" per celebrare il 15 Agosto la Madonna Assunta in cielo. Successivamente (siamo alla fine del XVI sec. e per l'esattezza nel 1581), in occasione della visita apostolica compiuta a Ciciliano dal delegato del vescovo Annibale Grassi, fu da lui ritenuta scandalosa e di carattere non religioso per cui vietò di continuare a realizzarla.
Gli abitanti del paese però, troppo
legati alle loro usanze, non accettarono l'imposizione e continuarono
ad allestire la Panarda.
Ma vediamo cosa accade a Ciciliano il 19 agosto in occasione
della Panarda. Oltre a mangiare i cittadini allestiscono una
competizione e una rivisitazione storica tra le mura del borgo
medioevale. Perché una competizione ? Perché
i quattro rioni in cui è diviso il paese (Capopiana,
Castelluccio, Porta di Sotto e Selciata) sono impegnati in
una gara gastronomica nel corso della quale vengono preparati
e proposti i piatti della cucina locale a cominciare da quelli
le cui ricette si perdono nella notte dei tempi. Ma non finisce
qui in quanto nella competizione le quattro contrade debbono
anche cimentarsi con la tavola meglio ornata, con il modo
in cui le pietanze vengono presentate, con il saper sapientemente
accostare ad ogni piatto il vino locale più adatto.
Ecco quindi che la grandiosità della Panarda, oltre
ai costumi indossati dai partecipanti, consiste soprattutto
nel numero delle portate (a volte superiore a cinquanta) e
nella tradizionale usanza che i commensali, anche se sazi,
debbono consumare tutte le vivande servite.
La premiazione avviene sempre a fine giornata, anzi a notte
inoltrata: sul sacrato della chiesa parrocchiale di "Santa
Maria Assunta in cielo" situata in piazza Maestra avviene
la premiazione del rione che ha vinto la gara gastronomica
per cui riceve un prezioso piatto, simbolo della Panarda,
con sopra incise le quattro icone delle Contrade partecipanti.
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