La valle dell'Aniene sotto questo aspetto si prestava particolarmente a rifornire di acqua la capitale assetata essendo molto ricca di sorgenti. Nel 272 fu iniziata la costruzione del primo acquedotto a cui si affiancarono ben presto gli altri. Questi erano controllati da speciali curatores aquae (curatori dell'acqua) come Frontino, il quale aveva ricevuto l'incarico di sorvegliare il buon funzionamento degli acquedotti, la cui costruzione e conseguente manutenzione aveva reso necessario che molta manodopera si trasferisse in loco con le proprie famiglie per ovviare ai vari lavori. Ci fu persino uno scienziato, il grande Plinio il Vecchio (morto durante l'eruzione del Vesuvio per essersi avvicinato troppo per osservarlo), che si portò nella Valle dell'Aniene per studiare le acque minerali sorgive ai piedi di Marano.
La valle dell'Aniene (Subiaco per la precisione) fu poi prescelta da Nerone per edificare la sua villa prestigiosa e sempre in questa valle si diffuse il monachesimo benedettino. Questo in breve il quadro storico in cui Cervara va inquadrata. Nulla sappiamo tuttavia della nascita del comune; è dell'884 (precisamente del 21 agosto) il primo documento ufficiale in cui tale nome compare per la prima volta.
In esso si legge che il console Cesario donava a Stefano, abate del monastero benedettino, vari territori del territorio di Subiaco tra cui il monte che veniva detto Cervaria. Da allora tale località divenne di proprietà dei monaci sublacensi di S.Benedetto come è ribadito anche in una lapide situata nel chiostro di S.Scolastica e voluta dall'allora abate Umberto. Vi si dice che Cervara con altri 23 castelli erano di proprietà benedettina del Sacro Speco. Tutte le calamità legate alle lotte per il predominio interessarono e sconvolsero anche il comune di Cervara, che nel 1273 fu addirittura occupata da Pelagio da Jenne, che si fece eleggere abate (essendo fuggito il legittimo abate Enrico della Montagna), tiranneggiò la Valle e giunse persino a sterminare i monaci di Santa Scolastica. Le truppe sublacensi, su ordine dell'allora papa Innocenzo V, assediarono per due mesi il castello di Cervara in cui si era arroccato Pelagio; espugnatolo, costui fu imprigionato nella Rocca di Subiaco in cui morì. Un altro fatto saliente risale al 1511; il vescovo Pompeo tentò di impadronirsi di Cervara essendosi sparsa la notizia della morte del papa Giulio II. In realtà il papa non era morto per cui Pompeo fu destituito da vescovo e perse ogni privilegio ecclesiastico. Nel 1592 Cervara fu assalita dal brigante Marco Sciarra. Poi con il passare del tempo il castello cominciò a decadere.