L'edificio attuale, abbastanza modesto nel suo insieme, fu costruito negli anni Cinquanta del XX sec. Chi percorre Via Vittorio Veneto e si lascia alle spalle il Palazzo baronale la scorge dirimpetto a sé con il campanile posto sulla sinistra della costruzione, la facciata a capanna con tetto spiovente a due falde. Tale chiesa parrocchiale sostituisce quella che, sempre dedicata al Principe dagli Apostoli, era ubicata all'interno del Palazzo baronale. Nell'attuale luogo di culto sono custoditi tele e arredi sacri della vecchia chiesa, una macchina processionale del XVIII sec, un antico Crocefisso di scuola romana (Croce di Casape XII o XIII sec), una tavola su cui è raffigurato il Cristo benedicente (XII sec restaurato nel 1967). Quest'ultima opera, di un anonimo artista laziale, è inserita nella macchina processionale del XVIII/XIX sec.
Il Cristo appare assiso in trono, la mano destra in atto di benedire mentre sul Suo ginocchio sinistro è poggiato, aperto, un volume sulle cui pagine si legge in latino l'iscrizione "Io sono la luce del mondo chi segue me non vaga di qua e di là". La tunica, che lo ricopre, è impreziosita da gigli stilizzati dorati distribuiti su tutta la veste. Poco più in alto dell'altezza delle spalle sono posti a sinistra e a destra i monogrammi IC e XC. Nel complesso la figura è molto simile all'immagine del SS.mo Salvatore custodito nel Duomo di Tivoli rifacendosi entrambe (come altre simili) al culto diffusissimo dell'Acheropita del Sancta Sanctorum.
L'altra opera sacra, a cui prima si è accennato, è la Croce di Casape, di autore ignoto (scuola romana), risalente al XII sec. Si tratta di una tavola sagomata su cui è dipinto Cristo agonizzante, alla cui sinistra rimpicciolita (all'altezza del costato del Salvatore), è raffigurata la Vergine mentre è andata persa l'altra figura diametralmente opposta.
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