“Prima de Natale né friddu né ffame, doppu Natale: friddu e ffame”
Prima che arrivi il Natale non fa ancora freddo per cui la terra non soffre gelate e dà i suoi prodotti; passato Natale arriva il freddo e con esso la fame perché l’agricoltura va a male.
Costume di Tivoli - Marroni
“Colli Innocentini so’ finite le feste e li quatrini”
Quando arriva il 28 dicembre, in cui la Chiesa ricorda la strage degli Innocenti operata da Erode, i soldi sono finiti e con essi le feste perché sono stati spesi per festeggiare il Natale ormai passato.
“De Pasqua e de Natale se aremutanu le fornare”
Prima nelle case non esistevano i forni a gas o elettrici per cui sia il pane che i dolci venivano portati in un forno a legna e cotti. Il gestore (spesso era una donna) guadagnava molto soprattutto in occasione delle feste di Pasqua e di Natale perché la gente aveva più bisogno di cuocere per cui lui aveva la possibilità di “aremutasse” vale a dire di rivestirsi. In senso lato il proverbio però disprezza coloro che si vestono con più accuratezza solo in occasione delle feste mentre sono trasandati negli altri giorni.
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Campanile del Duomo di Tivoli
“Santa Locia ‘n pass’è callina. Natale ‘n pass’è cane, Sant’Antonio ‘n pass’è bove”
A Santa Lucia (13 dicembre) le giornate (si intendono le ore di luce) sono corte (come le galline) e le notti lunghe ; il 25 dicembre si allungano un po’(come un cane) mentre in occasione del 17 gennaio, festa di S.Antonio abate sono ormai lunghe (come un bue).