Anche in questo caso, come per la fontana dell'Organo, ci troviamo di fronte ad un congegno idraulico che, sfruttando la caduta dell'acqua, permetteva (e, grazie al recente restauro, permette) ad una artificiale civetta di avvicinarsi agli uccellini bronzei posati su rami anch'essi di bronzo impaurendoli e facendoli smettere di cinguettare (il cinguettio era stato realizzato sfruttando la spinta dell'aria uscente dal becco dei volatili). Simili congegni nascosti nelle fontane erano messi lì per stupire gli ospiti del Cardinale che restavano affascinati dalla originalità di queste fantastiche trovate.
Come nel caso dell'organo idraulico anche qui la sonorità della fontana, un tempo perduta, è stata recuperata. Al centro vi è una nicchia in cui è collocata una fontana con uno zampillo mentre l'acqua scende su due livelli formando cascatelle; il tutto è collocato tra due colonne in mosaico sulle quali a spirale ascendono viti e mele d'oro ricordando ancora una volta i pomi aurei che Ercole aveva sottratto al drago Ladone nel giardino delle Esperidi.
Sulla sommità
al centro è posizionato lo scudo di Ippolito II presentato
e sorretto da due angeli ai lati dei quali sono collocate
in rilievo due statue femminili. La parte terminale del monumento
è invece ornata da due grandi gigli che fanno ala ad
un'enorme aquila anch'essa come i primi simboli estensi.
Lo
spiazzo antistante la fontana è delimitato da una recinzione
in muratura, anch'essa ornata da gigli ed aquile alternate,
che presenta nicchie di dimensioni diverse e con aperture
per permettere l'accesso agli altri viali e fontane.
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